Gerusalemme, 13 gen. (LaPresse/AP) – I principali fatti della vita dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, morto a 85 anni.
26 febbraio 1928: nasce da immigrati ebrei russi nella comunità di Kfar Malal, a nord di Tel Aviv.
1948: unitosi alla guerriglia clandestina ebraica a 14 anni, serve nella guerra arabo-israeliana del 1948 ed è ferito gravemente in battaglia.
1953: guida l’Unità 101, forza speciale incaricata di condurre le rappresaglie per gli attacchi palestinesi in Israele. Dopo l’uccisione di una donna israeliana e dei suoi due figli, le sue truppe fanno esplodere più di 40 case nel villaggio di Qibya, nella Cisgiordania controllata dalla Giordania. Muoiono 69 arabi, metà dei quali donne e bambini. Sharon in seguito dirà di aver ritenuto che le abitazioni fossero vuote, l’Onu condannerà le violenze.
1956: viene sospeso dall’esercito dopo aver impegnato le sue truppe in quella che i comandanti reputano una battaglia non necessaria e non programmata con le forze egiziane al passo di Mitla, nella penisola del Sinai, dove muoiono decine di soldati.
1957: frequenta lo Staff College nel Regno unito.
1967: comanda la divisione corazzata nella Guerra dei sei giorni, in cui Israele prende il controllo di Cisgiordania, Striscia di Gaza, Alture del Golan e penisola del Sinai.
1971: è incaricato di fermare la violenza araba nella Striscia di Gaza. Più di cento sospetti militanti vengono uccisi e centinaia arrestati.
1973: comanda le manovre di truppe israeliane attraverso il canale di Suez durante la guerra del Kippur, tagliando fuori la Terza armata egiziana e contribuendo a ribaltare l’esito dello scontro. Viene ferito alla testa da un proiettile durante la battaglia.
Dicembre 1973: viene eletto in Parlamento.
1974: lascia il Parlamento.
1975: il premier Yitzhak Rabin lo nomina consigliere per la Sicurezza.
1977: il Likud vince le elezioni e Sharon vi si unisce.
1977-1981: come ministro dell’Agricoltura del governo di Menachem Begin, spinge per la costruzione di decine di insediamenti di coloni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, nonostante l’opposizione di palestinesi e comunità internazionale. Gli insediamenti restano una delle questioni più difficili negli attuali colloqui per la pace.
25 aprile 1982: come ministro della Difesa, supera la resistenza dei coloni nell’insediamento Yamit durante il ritiro dalla penisola del Sinai, portando alla distruzione delle loro abitazioni.
6 giugno 1982: è artefice dell’invasione del Libano, che dipinge come operazione veloce e limitata per cacciare i combattenti palestinesi dal confine settentrionale di Israele. Le sue truppe avanzano sino alla periferia di Beirut e la tensione si alza. I combattimenti continuano nel sud del Libano.
16-18 settembre 1982: è rimosso dalla carica di ministro della Difesa, a causa del suo ruolo nel massacro di Sabra e Shatila vicino a Beirut, in cui milizie cristiane alleate a Israele uccidono centinaia di palestinesi nei due campi rifugiati, sotto controllo delle truppe di Israele. Sharon ne è riconosciuto “indirettamente responsabile”. La strage attira condanna internazionale.
28 settembre 2000: come leader all’opposizione, Sharon entra nella Spianata delle moschee a Gerusalemme, in un gesto dimostrativo per sottolineare che Israele ne rivendica la sovranità. Scoppiano le violenze dei musulmani e i palestinesi lo accusano di aver ridato fuoco alle rivolte. Si scatena di fatto la Seconda intifada.
6 febbraio 2001: nel mezzo della crisi politica, viene eletto premier.
2003: vince nuovamente le elezioni ed è rieletto primo ministro. Dà via alla costruzione della barriera di separazione al confine con la Cisgiordania, voluta per diminuire il numero di attacchi suicidi.
8 febbraio 2005: annuncia, con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, il cessate il fuoco.
17 agosto 2005: inizia il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza e da una zona della Cisgiordania, dopo decenni di appoggio ai coloni e all’espansione degli insediamenti.
Novembre 2005: a causa di crescente dissenso nel Likud a proposito del ritiro da Gaza, con alleati chiavi lascia il partito e fonda il centrista Kadima in vista delle elezioni del 28 marzo.
18 dicembre 2005: è colpito da un leggero infarto e due giorni dopo è dimesso dall’ospedale.
4 gennaio 2006: alla vigilia di una operazione al cuore, viene colpito da un grave infarto, dopo il quale entra in coma.
28 maggio 2006: ancora in coma, è trasferito dall’ospedale Hadassah di Gerusalemme alla struttura di lungo degenza Sheba Medical Center di Tel Aviv.
12 novembre 2010: Sharon è trasferito nel suo ranch nel sud di Israele. Giorni dopo è però trasportato di nuovo nella clinica di Tel Aviv.
25 ottobre 2011: uno dei figli afferma che il padre può muovere gli occhi e le dita, quando gli si parla.
27 gennaio 2013: i medici riferiscono che test mostrano significativa attività cerebrale, mentre resta in un profondo coma.
11 gennaio 2014: muore all’età di 85 anni.