Mosca (Russia), 29 dic. (LaPresse/AP) – Una donna kamikaze si è fatta esplodere nella stazione ferroviaria di Volgograd, nel sud della Russia, e il bilancio è di 16 morti e una cinquantina di feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi. L’attacco non è stato rivendicato, ma solleva preoccupazioni legate al terrorismo in vista delle Olimpiadi invernali che si apriranno il 7 febbraio a Sochi, sul mar Nero. Una telecamera di sicurezza ha ripreso il momento dell’esplosione e le immagini sono state mandate in onda dalla televisione Rossiya 24. A seguito dell’attentato il ministero dell’Interno della Russia ha ordinato alla polizia di intensificare i controlli nelle stazioni ferroviarie e in altre strutture molto frequentate in tutto il Paese.
L’ESPLOSIONE DAVANTI AL METAL DETECTOR. Il filmato dell’esplosione ripreso dalla telecamera di sicurezza mostra un lampo arancione all’interno della stazione, dietro l’ingresso principale, e poi colonne di fumo che cominciano a sollevarsi. Fuori dalla stazione, invece, una serie di ambulanze e diversi corpi senza vita sul marciapiedi. Vladimir Markin, portavoce della Commissione investigativa nazionale, spiega che a farsi saltare in aria è stata una kamikaze nei pressi del metal detector: “Quando l’attentatrice suicida ha visto un poliziotto vicino al metal detector è diventata nervosa e si è fatta esplodere”, ha spiegato, aggiungendo che la bomba conteneva circa 10 chilogrammi di tritolo ed era ripiena di shrapnel, dei frammenti di proiettile, che hanno provocato numerosi feriti. Secondo Markin, i controlli di sicurezza hanno evitato che ci fosse un numero ancora superiore di vittime visto che la stazione era piena di persone, in un momento in cui diversi treni erano in ritardo.
LE VITTIME. I morti confermati sono 16, mentre i feriti circa 50. A riferire dei morti è lo stesso portavoce della Commissione investigativa nazionale, spiegando che 13 persone e l’attentatrice suicida sono morti sul posto, mentre la 15esima e la 16esima vittima sono morte successivamente in ospedale. A riportare il numero dei feriti è invece il ministero dell’Interno, e Markin aggiunge che 34 di loro sono stati ricoverati in ospedale, molti in condizioni gravi. Stando al ministero, uno dei morti è un poliziotto e tra i feriti ci sono tre agenti.
LA DONNA KAMIKAZE. Non è ancora chiaro da dove provenisse la kamikaze e, secondo l’agenzia di stampa Itar-Tass, le autorità del Daghestan stanno verificando se fosse originaria della regione. L’identificazione dovrebbe essere rapida dal momento che, stando all’agenzia Interfax, la testa della presunta attentatrice è stata ritrovata sul luogo dell’esplosione. Le donne kamikaze, molte delle quali vedove o sorelle di ribelli, hanno compiuto numerosi attacchi in Russia e spesso ci si riferisce a loro con l’espressione “vedove nere”. A ottobre una donna kamikaze si era fatta esplodere su un autobus sempre a Volvograd, uccidendo sei persone e ferendone circa 30. Secondo le autorità, l’attentatrice proveniva dalla provincia del Daghestan, diventata il centro della rivolta islamista che si è diffusa nella regione dopo le due guerre cecene.
TIMORI TERRORISMO PER OLIMPIADI SOCHI. Volgograd, 900 chilometri a sud di Mosca, si trova circa 650 chilometri a nordest di Sochi, sul mar Nero, che a febbraio ospiterà le Olimpiadi invernali. Il governo ha dispiegato per l’occasione decine di migliaia di soldati, poliziotti, e altro personale di sicurezza e gli organizzatori hanno promesso che i Giochi di Sochi saranno “le Olimpiadi più sicure della storia”.
VIOLENZE IN CECENIA E DAGHESTAN. La Cecenia è diventata più stabile sotto la guida rigida del leader regionale sostenuto da Mosca, che ha incorporato molti degli ex ribelli nelle temute forze di sicurezza. Ma il Daghestan, provincia che si trova fra la Cecenia e il Mar Caspio, è diventato l’epicentro della ribellione con attacchi quasi quotidiani a polizia e altre autorità. I gruppi per la tutela dei diritti umani sostengono che la rivolta sia stata alimentata dalla risposta dura delle autorità, con arresti arbitrari di sospetti terroristi. Quest’anno il Cremlino ha sostituito il leader provinciale del Daghestan e il nuovo leader ha abbandonato i tentativi di riconciliazione del suo predecessore e gli sforzi di convincere alcuni dei ribelli alla resa in cambio di un’amnistia.
I PRECEDENTI ATTENTATI IN RUSSIA. Negli ultimi anni la Russia è stata teatro di numerosi attacchi terroristici su bus, treni e aerei, alcuni dei quali compiuti da attentatori suicidi. A marzo del 2010 due attacchi bomba portati a termine da donne kamikaze colpirono la metropolitana di Mosca, uccidendo 40 persone e ferendone oltre 120. A gennaio del 2011 un attentatore suicida, un uomo, si fece saltare in aria all’aeroporto Domodedovo di Mosca uccidendo 37 persone e ferendone oltre 180.
Il leader dei ribelli ceceni, Doku Umarov, che aveva rivendicato la responsabilità degli attentati del 2010 e del 2011, ordinò uno stop degli attacchi su obiettivi civili durante le massicce proteste di piazza contro il presidente Vladimir Putin nell’inverno del 2011-2012, ma diede un contrordine a luglio scorso, invitando i suoi uomini a “fare di tutto per far fallire” le Olimpiadi di Sochi, da lui descritte come “danze sataniche sulle ossa dei nostri antenati”. L’attentato di oggi fa dunque salire le preoccupazioni legate al terrorismo in vista delle Olimpiadi invernali. Venerdì era stato compiuto un attentato nella città di Pyatigorsk, vicino alle montagne del Nord del Caucaso, dove un’auto carica di esplosivo era saltata in aria per strada provocando tre morti. Inoltre a ottobre c’era stato appuinto l’attentato compiuto sempre a Volvograd da una donna kamikaze che si era fatta esplodere su un autobus.
LE MISURE DI SICUREZZA PER SOCHI. In vista delle Olimpiadi invernali di Sochi, al via il 7 febbraio, le autorità russe hanno introdotto diverse misure di sicurezza. Per esempio chiunque vorrà assistere alle gare dovrà comprare un biglietto online dagli organizzatori e ottenere un ‘pass spettatori’ per l’accesso. Per completare l’operazione di acquisto saranno necessari i dati del passaporto e i contatti, in modo che le identità degli spettatori saranno controllate all’ingresso. La zona di sicurezza creata intorno a Sochi si estende per circa 100 chilometri lungo la costa del Mar Nero e fino a 40 chilometri all’interno dalla costa. Tra le forze dispiegate sul campo ci sono truppe speciali che saranno deputate al pattugliamento delle foreste nelle montagne che si stagliano sulla città, droni per mantenere costantemente sotto controllo le strutture olimpiche e barche veloci per pattugliare la costa. A partire da un mese prima dell’inizio dei Giochi olimpici sarà vietato l’ingresso di auto nell’area di sicurezza e il divieto varrà fino a un mese dopo il termine delle Olimpiadi.
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