Mosca (Russia), 23 dic. (LaPresse/AP) – Dedicherò la vita a difendere i diritti umani. Lo ha dichiarato Maria Alekhina, componente delle Pussy Riot rilasciata questa mattina dalla colonia penale di Nizhny Novgorod dove era detenuta per accuse di vandalismo, per aver cantato una “preghiera punk” contro il presidente Vladimir Putin nella cattedrale di Mosca. La donna, rilasciata grazie all’amnistia approvata la scorsa settimana dal Parlamento di Mosca, lo ha detto al telefono al canale televisivo russo Dozhd, cui ha spiegato che quando è stata liberata era “troppo scioccata” per capire cosa stesse succedendo.
Intanto, su internet è stata diffusa una fotografia della donna subito dopo l’uscita dal carcere, in cui la si vede con indosso una giacca verde scuro della divisa carceraria, con sul petto un adesivo che porta il suo nome. Il suo rilascio segue quello dell’ex magnate Mikhail Khodorkovsky, graziato venerdì dal presidente Vladimir Putin dopo che ha scontato dieci anni di carcere, avendo osato sfidare il suo potere. Subito dopo la liberazione, Khodorkovsky è volato in Germania, annunciando poi di intendere restare fuori dalla politica ma promettendo di impegnarsi per il rilascio dei prigionieri politici in Russia.