Washington (Usa), 20 dic. (LaPresse/AP) – “Il Sud Sudan è sull’orlo del precipizio”. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama, aggiungendo che “i recenti combattimenti minacciano di spingere il Paese nei giorni bui del suo passato”. Obama ha autorizzato il dispiegamento di un piccolo contingente militare, composto da 45 militari, per rafforzare la sicurezza nell’ambasciata Usa a Juba. In una lettera al Congresso il presidente ha fatto sapere che l’unità è partita ieri. I militari, ha sottolineato il presidente, sono equipaggiati per il combattimento, ma il loro obiettivo è proteggere i cittadini e la proprietà Usa. Il contingente resterà nel Paese africano finché non sarà migliorata la situazione di sicurezza. Il presidente ha fatto appello per la fine delle violenze e ha chiesto ai leader sudsudanesi di dimostrare coraggio e ribadire il loro impegno per la pace. Le violenze nel Sud Sudan erano iniziate domenica, quando erano scoppiati combattimenti tra membri della guardia presidenziale. Il presidente Salva Kiir ha accusato il suo ex vice, Riek Machar, e i militari a lui leali di aver tentato di compiere un colpo di Stato. Un funzionario del partito al governo, Movimento popolare di liberazione del Sudan, ha tuttavia smentito, affermando che le violenze fossero state provocate dai tentativi di soldati dell’etnia Dinka, la stessa di cui fa parte Kiir, di disarmare i militari della tribù Nuer, alla quale appartiene Machar. Nei giorni scorsi Washington aveva ordinato al personale governativo non essenziale di lasciare il Paese e aveva sospeso le operazioni regolari nell’ambasciata. Mercoledì il Pentagono ha portato via dal Sud Sudan 120 diplomatici e il dipartimento di Stato ha chiesto ai cittadini americani di non recarsi nel Paese.