Santiago (Cile), 16 dic. (LaPresse/AP) – “Le condizioni sociali e politiche ci sono e finalmente è arrivato il momento. Se sono qui, è perché crediamo che ci sia il bisogno di un Cile per tutti. Non sarà facile, ma quando è stato facile cambiare di mondo?”. Così Michelle Bachelet, la candidata socialista che ha trionfato nel ballottaggio delle elezioni presidenziali in Cile con il 62% dei voti, sconfiggendo la conservatrice Evelyn Matthei, alla quale è andato il 37% delle preferenze. Si tratta di una vittoria da record per la 62enne Bachelet, che al termine del primo mandato presidenziale negli anni 2006-2010 godeva del sostegno dell’84% dei cileni. Un record negativo è stato raggiunto invece per quanto riguarda l’affluenza, che ieri è stata pari al 41%.
Amiche d’infanzia, le strade di Bachelet e Matthei si sono separate prendendo direzioni opposte dopo il golpe del generale Augusto Pinochet di 40 anni fa, l’11 settembre del 1973, che portò alla caduta di Salvador Allende. I padri delle due erano allora alti generali, ma da parti opposte. Il padre di Bachelet rimase leale ad Allende e fu imprigionato e torturato nella stessa scuola militare gestita dal padre di Matthei. E qui morì. Entrambe le famiglie hanno precisato che il padre di Matthei non ebbe alcun coinvolgimento diretto nella morte del padre di Bachelet e le due donne sono rimaste in rapporti cordiali negli anni, mentre facevano carriere nelle file di due formazioni politiche contrapposte. Michelle Bachelet, 62 anni, è stata finora la prima e unica presidente donna del Cile. Prima di tornare in Cile a marzo scorso, per due anni ha diretto l’Agenzia dell’Onu per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile a New York. In campagna elettorale ha fatto propria la causa dei manifestanti che da mesi chiedono una riforma dell’istruzione e ha puntato su una maggiore tutela ambientale e sulla riduzione delle diseguaglianze sociali. Ha ricevuto infatti l’appoggio di due delle ex leader del movimento di protesta studentesco, cioè Camila Vallejo e Karol Cariola, entrate in Parlamento con le elezioni dello scorso 17 novembre tra le fila del Partito comunista. La coalizione Nuova maggioranza di Bachelet ha una maggioranza sottile in entrambe le Camere, ma avrà bisogno dei voti di deputati del centrodestra per far approvare alcune delle proposte fatte durante la campagna elettorale.