Bangkok (Thailandia), 9 dic. (LaPresse/AP) – La premier della Thailandia, Yingluck Shinawatra, ha annunciato lo scioglimento della Camera bassa del Parlamento e nuove elezioni nel tentativo di placare la crisi politica in corso nel Paese. L’accorato discorso alla nazione veniva trasmesso dalla televisione mentre circa 150mila manifestanti antigovernativi marciavano per le strade di Bangkok per quella che hanno definito come “resa dei conti finale” contro l’esecutivo. Nonostante i timori di violenze, che avevano spinto 60 scuole a rimanere chiuse, i cortei si sono svolti in modo pacifico. Come data per le nuove elezioni il governo ha proposto il 2 febbraio, ma dovrà essere approvata dalla Commissione elettorale.

SCIOLTO IL PARLAMENTO. “Ci saranno nuove elezioni nel rispetto del sistema democratico”, ha detto Shinawatra. La premier non ha fissato una data precisa per il voto, ma ha annunciato che la Commissione elettorale stabilirà una data “il più presto possibile” e che lei rimarrà in carica fino all’elezione di un nuovo primo ministro. “Dopo avere ascoltato le opinioni di tutte le parti ho deciso di chiedere un decreto reale per dissolvere il Parlamento”, ha detto Yingluck. La formalità prevede che il re debba approvare la dissoluzione e che le elezioni debbano poi tenersi entro i 60 giorni successivi. Ieri tutti i deputati del principale partito dell’opposizione, il Partito democratico, si erano dimessi in massa.

150MILA IN PIAZZA OGGI. Oggi le marce di protesta sono partite da nove diversi punti di Bangkok per convergere poi davanti alla sede del governo, dove hanno sede gli uffici della premier. I partecipanti erano oltre 150mila. Per la maggior parte dei manifestanti, l’annuncio di nuove elezioni fatto dalla premier non è sufficiente perché l’opposizione chiede proprio il superamento dell’influenza politica della sua famiglia. Yingluck Shinawatra è sorella di Thaksin Shinawatra, ex primo ministro deposto nel 2006 con un colpo di Stato militare, che è fuggito in autoesilio e sul quale pende una condanna a due anni di carcere. Secondo i critici, Thaksin continua ad avere influenza sulla politica del Paese. Il leader delle proteste, Suthep Thaugsuban, ha fatto sapere che annuncerà la sua reazione dopo che la marcia raggiungerà la sede del governo. Thaugsuban ha detto più volte che indire nuove elezioni non sarebbe stata la soluzione per porre fine alle tensioni, ma ha chiesto la formazione di un ‘Consiglio del popolo’ non eletto. Uno dei cortei di oggi è guidato da Abhisit Vejjajiva, ex leader del partito democratico ed ex premier.

I MOTIVI DELLE PROTESTE. Le proteste contro l’attuale governo sono cominciate alla fine di ottobre, dopo che il partito al potere ha provato ad approvare una legge controversa sull’amnistia, mirata secondo i critici ad assolvere l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra e a permetterne il rientro in patria dall’esilio autoimposto a Dubai. Il Senato aveva respinto la proposta di legge nel tentativo di porre fine alle manifestazioni, ma i cortei hanno preso vigore e la tensione è salita domenica 24 novembre, quando oltre 100mila persone hanno marciato contro il governo nel centro della capitale Bangkok. Da quel giorno migliaia di persone sono scese in piazza ed è cominciato l’assedio di diversi ministeri, fino all’irruzione pacifica nel quartier generale dell’esercito, il 29 novembre. Sabato scorso, 30 novembre, sono esplose delle violenze in piazza, in cui sono morte cinque persone e almeno 289 sono rimaste ferite. La situazione si è però calmata martedì 3 novembre, cioè due giorni prima del compleanno del re Bhumibol Adulyadej, che ha compiuto 86 anni giovedì. Il compleanno del re è ritenuto infatti un giorno sacro.

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