Kiev (Ucraina), 7 dic. (LaPresse/AP) – Sono circa 20mila le persone ancora radunate in piazza Indipendenza a Kiev, in Ucraina, per chiedere le dimissioni del governo dopo la marcia indietro sulla volontà di firmare l’accordo di associazione con l’Unione europea. I manifestanti sono scesi in strada sfidando freddo e neve. Per domani gli organizzatori delle proteste hanno indetto una massiccia manifestazione; la scorsa settimana a un appello analogo risposero 300mila persone scendendo in piazza.
Le proteste sono cominciate dopo che giovedì 21 novembre il presidente dell’Ucraina, Viktor Yanukovych, ha annunciato la sospensione dei preparativi per firmare l’accordo di associazione con l’Ue, spiegando che intendeva piuttosto concentrarsi sul rafforzamento dei rapporti con la Russia. Da allora migliaia di manifestanti sono scesi in piazza: prima per chiedere al governo di fare marcia indietro sulla decisione; poi, visto che la leadership è rimasta ferma nella propria posizione, per chiedere le dimissioni del governo. La marcia indietro di Yanukovych sarebbe potuta arrivare nel corso del summit europeo di Vilnius sulla partnership orientale, che si è tenuto il 28 e 29 novembre e al quale lo stesso Yanukovych ha partecipato, ma in realtà non c’è stata. Mosca ha lavorato in modo aggressivo per far saltare l’accordo fra Ucraina e Ue e portare Kiev nella sua orbita, imponendo restrizioni commerciali e minacciando di adottarne altre in futuro.
Intanto l’opposizione si è detta pronta a negoziare con il presidente Viktor Yanukovych, ma solo se rimuoverà l’attuale governo e ne nominerà uno nuovo più aperto verso l’integrazione nell’Ue. A dirlo è stato il capo di una delle principali fazioni dell’opposizione in Parlamento, Arseniy Yatsenyuk. “Siamo pronti al dialogo solo se il presidente farà il primo passo”, ha affermato, aggiungendo che questo esecutivo va sostituito con uno “che si ponga chiaramente come obiettivo un accordo di associazione (con l’Ue ndr.) e di riprendere i negoziati con il Fondo monetario internazionale”. L’opposizione ucraina considera infatti gli aiuti dell’Fmi come una possibile risoluzione dei problemi economici del Paese che hanno spinto Yanukovych a propendere per la Russia.