Bangkok (Thailandia), 26 nov. (LaPresse/AP) – Ministeri sotto assedio da parte dei manifestanti antigovernativi in Thailandia, che protestano per chiedere le dimissioni della premier Yingluck Shinawatra. Parallelamente il Partito democratico all’opposizione, che guida le manifestazioni, ha lanciato una mozione di sfiducia in Parlamento contro la premier, che non ha però alcuna possibilità di essere approvata. Intanto la polizia ha emesso un mandato d’arresto per il leader delle proteste antigovernative di questi giorni, l’ex deputato dell’opposizione Suthep Thaugsuban, che ha guidato ieri l’irruzione nel ministero delle Finanze. Quest’ondata di proteste è cominciata in realtà il mese scorso, dopo che il partito al governo ha provato ad approvare una legge controversa sull’amnistia, mirata secondo i critici ad assolvere l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, fratello dell’attuale capo del governo.
ASSEDIO AI MINISTERI. Dopo avere fatto irruzione ieri in due ministeri, quello delle Finanze e quello degli Esteri, centinaia di manifestanti hanno trascorso la notte accampati davanti agli stessi edifici. Inoltre oggi migliaia di persone hanno circondato il ministero dell’Interno, tagliando elettricità e acqua per spingere i dipendenti a lasciare gli uffici. Ma il personale di sicurezza si è chiuso dentro insieme ai dipendenti. Oggi restano chiusi i ministeri di Trasporti, Agricoltura e Turismo a causa della loro vicinanza con i siti delle proteste. In particolare il ministero delle Finanze è diventato il quartier generale del principale gruppo di protesta, che ha dichiarato per oggi un “giorno di pausa” chiedendo invece di scendere in piazza domani per una rivolta di portata nazionale. Il movimento anti-Thaksin più forte si trova nella capitale Bangkok e nel sud del Paese, ma molti sostenitori di Thaksin potrebbero intervenire in altre zone, sollevando i timori di scontri.
MANDATO D’ARRESTO PER LEADER PROTESTE. Intanto oggi la polizia ha emesso un mandato d’arresto per il leader delle proteste antigovernative di questi giorni, l’ex deputato dell’opposizione Suthep Thaugsuban, che ha guidato ieri l’irruzione nel ministero delle Finanze. La stessa polizia ha però promesso che l’arresto non avverà nel corso delle manifestazioni, nel rispetto della promessa fatta dal governo di evitare scontri con i dimostranti.
TIMORI CON IL RICORDO DELLE CAMICIE ROSSE. L’occupazione dei ministeri ha sollevato timori che possano esplodere violenze, dal momento che, parallelamente alle proteste antigovernative, dall’altra parte i sostenitori di Shinawatra stanno realizzando le proprie manifestazioni, in uno stadio di Bangkok, e promettono di continuare finché l’opposizione non revocherà le sue proteste. La preoccupazione è che il Paese possa precipitare in una nuova fase di instabilità: tornano infatti alla mente le proteste contro Thaksin Shinawatra nel 2008, quando i manifestanti occuparono e bloccarono gli uffici del primo ministro per tre mesi. In passato la lotta per il potere ha portato talvolta a bagni di sangue: come quando nel 2010 circa 90 persone furono uccise quando le ‘Camicie rosse’ a sostegno di Thaksin Shinawatra occuparono alcune parti di Bangkok per settimane prima che il governo, allora guidato dall’attuale opposizione, mandasse l’esercito per la repressione.
GOVERNO PROMETTE DI NON USARE VIOLENZA. Stavolta però la premier, Yingluck Shinawatra, ha invitato alla calma, assicurando che non userà la violenza per reprimere la protesta e offrendosi di trattare con i manifestanti. Tuttavia ieri la primo ministro ha esteso le leggi di sicurezza speciali in modo da coprire l’intera capitale. Si tratta del cosiddetto ‘Atto di sicurezza interna’, che era già in vigore in tre zone di Bangkok da agosto, quando c’erano stati segnali di rivolta politica. Il provvedimento permette alle autorità di imporre coprifuoco, chiudere strade, restringere l’accesso agli edifici e vietare l’uso di apparecchi elettronici in determinate zone.
I MOTIVI DELLA PROTESTA. Le proteste sono cominciate in realtà il mese scorso, dopo che il partito al governo ha provato ad approvare una legge controversa sull’amnistia, che secondo i critici era mirata ad assolvere Thaksin e altri da accuse legate alla politica. Il Senato aveva respinto la proposta di legge nel tentativo di porre fine alle manifestazioni, ma i cortei hanno preso vigore e la tensione è salita domenica, quando oltre 100mila persone hanno marciato contro il governo nel centro della capitale Bangkok. Thaksin Shinawatra vive in esilio autoimposto da cinque anni per evitare una condanna a due anni di prigione per corruzione e, secondo molti, la legge servirebbe a farlo rientrare impunemente nel Paese. Dalle proteste contro la legge sull’amnistia si è passati dunque a proteste per sradicare la rete di Shinawatra dalla politica thailandese, come dicono i leader della contestazione senza però spiegare cosa significhi precisamente.
APPELLO USA E UE ALLA CALMA. E oggi è arrivato un appello alla calma da Usa e Ue. Bruxelles ha diffuso una nota un cui invita “tutte le parti in causa a evitare un’escalation e a risolvere le differenze con mezzi pacifici”.