Beirut (Siria), 24 nov. (LaPresse/AP) – E’ di almeno 160 morti, tra cui due attivisti, il bilancio di due giorni di scontri a Ghouta, un sobborgo est di Damasco in mano ai ribelli e assediato dalle truppe fedeli al presidente siriano Bashar Assad. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che conta quasi 100 ribelli morti nei combattimenti, la maggior parte dei quali provenienti da gruppi legati ad al-Qaida, il Fronte Nusra e lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Tra gli oltre 60 militari governativi rimasti uccisi, 20 erano uomini armati dalla brigata irachena e sciita, Abu al-Fadl al-Abbas. Il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdurrahman, ha riferito che i ribelli hanno cercato di aprirsi una strada per rompere l’assedio di Ghouta. E’ in quest’area che è stato compiuto l’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto, che ha dato il via alla visita degli ispettori internazionali e all’avvio del programma di distruzione dell’arsenale chimico di Damasco. Le fonti utilizzate da Abdurrahman sono una rete di attivisti sul campo e dipendenti degli ospidali militari. Il bilancio delle vittime è insolitamente alto per soli due giorni di scontri. L’assedio di Ghouta è iniziato venerdì, in una fase in cui le truppe di Assad prendono sempre più campo. La strategia dell’esercito è quella di impedire l’ingresso di cibo, acqua potabile e medicine nelle zone controllate dai ribelli. Al momento le truppe di Assad stanno guadagnando posizioni nell’assedio della città settentrionale di Aleppo e hanno lanciato una nuova offensiva nella regione di Qalamoun, a nord di Damasco.