Parigi (Francia), 21 nov. (LaPresse/AP) – Il ministro degli Interni francese Manuel Valls ha identificato in Abdelhakim Dekhar l’uomo arrestato ieri sera in relazione al caso della sparatoria nella sede del quotidiano francese Libération a Parigi. In base al test del Dna la polizia ritiene che Dekhar sia la persona ricercata per gli spari nella sede di Libération, i colpi davanti alla Société Generale alla Défense, il breve sequestro di un automobilista e in precedenza le minacce a mano armata nella sede di Bfmtv. L’uomo era stato condannato nel 1998 come complice in un caso di rapina nel 1994, noto come Rey-Maupin, che provocò la morte di tre poliziotti e di un tassista. Dekhar ha scontato quattro anni di prigione ma le autorità non avevano più avuto traccia di lui negli ultimi anni.

Il ministro degli Interni ha detto ai giornalisti che Dekhar apparentemente ha tentato di suicidarsi prima di essere arrestato. Agnes Thibault-Lecuivre, portavoce per l’ufficio della procura francese, ha reso noto che il sospetto è stato arrestato in un parcheggio sotterraneo a Bois-Colombes, 10 chilometri a nord di Parigi. Secondo la portavoce e il poliziotto Christophe Crepin l’uomo sembrava medicato quando è stato fermato. “I miei colleghi hanno notato che non era molto lucido. Hanno dedotto che avesse assunto medicinali, a causa di capsule nelle vicinanze. Hanno chiamato l’ambulanza, che lo ha trasportato in ospedale. L’uomo è stato incarcerato ma in ambiente medico” ha detto Crepin ad Associated Press. Dekhar è stato fermato dopo che un testimone ha segnalato alla polizia che un sospetto che somigliava alle immagini trasmesse dalla televisione da lunedì aveva soggiornato nella sua abitazione negli ultimi giorni, secondo quanto reso noto dal capo della polizia giudiziaria di Parigi Christian Flaesch. Valls ha dichiarato di essersi recato in visita ieri dal fotografo ferito e di aver constatato che “sta meglio”.

La sparatoria nella sede di Libération risale a lunedì, quando intorno alle 10.15 un uomo ha aperto il fuoco ferendo gravemente un fotografo di 23 anni e poi è fuggito. Si ritiene che l’uomo sia responsabile di altre tre aggressioni, di cui due avvenute subito dopo l’attacco a Libération. Meno di due ore dopo gli spari nella sede del giornale, infatti, sempre lunedì tre colpi sono stati esplosi davanti al quartier generale della banca Société générale alla Défense, sobborgo a ovest di Parigi, senza provocare feriti; e poco dopo lo stesso uomo armato ha preso in ostaggio un automobilista nella cittadina di Puteaux, vicino alla Défense, costringendolo a portarlo sugli Champs Elysée. Il terzo attacco del quale il giovane è ritenuto responsabile è quela a Bfmtv, avvenuta venerdì mattina, quando un uomo armato ha minacciato dei giornalisti ed è poi fuggito. L’uomo ha lasciato dietro di sè cartucce non utilizzate e ha detto ai testimoni: “La prossima volta, non vi mancherò”. Non è chiaro se l’arma abbia funzionato male o se l’uomo abbia deciso di non sparare. Le immagini del sospetto erano state diffuse dalle autorità a livello nazionale nella speranza che potessero aiutare nella caccia all’uomo. Il motivo delle aggressioni è ancora da chiarire.

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