Bruxelles (Belgio), 20 nov. (LaPresse/AP) – Gli eurodeputati hanno votato a favore della proposta di permettere al Parlamento dell’Unione europea di decidere dove debbano svolgersi le sue riunioni. L’approvazione della proposta, giunta con 483 voti a favore e 141 contrari, è di fatto un sì dell’Europarlamento a incontrarsi solo a Bruxelles in modo da eliminare i costi mensili di trasferimento nella sede di Strasburgo, in Francia. Ma questa decisione dovrà sicuramente affrontare il veto di Parigi, dal momento che il provvedimento ha ora bisogno dell’approvazione dei 28 governi degli Stati membri.
Finora i deputati hanno avuto entrambe le sedi, a Bruxelles e Strasburgo, e hanno fatto la spola con i loro staff dal Belgio alla Francia per gli incontri in plenaria. Questa pratica risale agli albori dell’Ue, quando Francia e Germania intendevano trovare un emblema della loro riconciliazione dopo la seconda guerra mondiale. Chi critica la coesistenza delle due sedi ritiene che si tratti di una pratica illogica, che comporta spese non necessarie.
Tutti i principali gruppi parlamentari hanno votato ampiamente a favore dell’eliminazione della sede di Strasburgo. Ha votato spaccato solo il Ppe, che dallo scorso 12 novembre è guidato da un francese, Joseph Daul. “Considerata la particolare crisi economica in cui si trova l’Europa da alcuni anni, le spese di trasferimento dell’assemblea fra Bruxelles e Strasburgo non possono essere giustificate”, ha detto l’eurodeputato britannico Edward McMillan-Scott.
Ogni anno per lo spostamento mensile di quattro giorni a Strasburgo l’Ue spende circa 180 milioni di euro e per la città le sessioni parlamentari sono diventate una enorme spinta all’economia, tanto che quando due sedute vennero cancellate nel 2008 a causa del parziale crollo di un soffitto, il costo per Strasburgo fu di 7,5 milioni di euro. A cadenza mensile lunghe file di scatoloni che contengono di tutto, dai documenti alle bottigliette d’acqua, vengono allineati davanti agli uffici di Bruxelles, in attesa di viaggiare insieme ai 766 eurodeputati per andare a Strasburgo.
La Francia non ci sta con la decisione dell’Europarlamento e sottolinea che nel 1992 tutti i Paesi dell’Unione europea si sono accordati per avere una doppia sede del Parlamento. E dal momento che è richiesta l’approvazione degli Stati membri, visto che ogni modifica dei trattati richiede l’unanimità, il destino della sede di Strasburgo resta completamente nelle mani di Parigi. “Sono sorpreso del fatto che, mentre l’Europa affronta le conseguenze economiche e sociali della crisi, il Parlamento europeo impiega del tempo su una battaglia legalmente spacciata”, ha commentato il ministro francese per l’Europa, Thierry Repentin. Il ministro ha inoltre sottolineato che a molti altri Paesi Ue più piccoli sono state date istituzioni che coprono di tutto, dalla cooperazione giudiziaria alla pesca alla protezione del cibo e che tutte queste scelte dovrebbero essere rinegoziate se venisse cambiato lo status di Strasburgo.