Usa, annegò moglie dopo cocktail farmaci: condannato medico Utah

Provo (Utah, Usa), 9 nov. (LaPresse/AP) – E’ stato dichiarato colpevole di omicidio Martin MacNeill, medico dello Utah accusato di aver fatto perdere conoscenza alla moglie con un cocktail di farmaci e di averla poi lasciata morire affogata nella vasca da bagno. Lo ha stabilito una giuria dopo un processo durato tre settimane, seguito con morbosa attenzione dai media e dall’opinione pubblica. I procuratori hanno sostenuto che il medico abbia somministrato i farmaci alla moglie Michelle, tanto da farle perdere conoscenza, per poi accompagnarla nella vasca da bagno. Qui l’avrebbe lasciata annegare, forse tenendole la testa sott’acqua per avere la certezza che morisse. All’origine del gesto ci sarebbe stato il desiderio di iniziare una relazione con un’altra donna.

Tra i testimoni ha deposto al processo un uomo che condivise la cella del carcere con MacNeill, che ammise in sua presenza l’omicidio commesso nel 2007. Altri detenuti hanno testimoniato raccontando che il medico si vantava con loro che gli investigatori non sarebbero mai riusciti a provare la sua colpevolezza. La causa della morte non è stata stabilita con certezza: gli esperti hanno individuato nel sangue della donna antidolorifici, Valium e sonniferi, che potrebbero averle causato un arresto cardiaco visto che aveva già problemi cardiocircolatori. Secondo un altro esperto, la donna non aveva invece problemi di cuore e sarebbe morta per annegamento.

Una delle figlie dell’uomo ha raccontato alla giuria che il padre dava troppi farmaci alla madre, nei giorni precedenti il decesso. Durante il processo ha testimoniato anche una ex amante dell’uomo, Gypsy Willis, che ebbe una relazione con lui al tempo della morte della donna. Willis era stata assunta come tata e poco dopo il medico le chiese di sposarla. La loro relazione, ha affermato però, è finita anni fa e lei si è detta del tutto estranea alla morte. Mac Neill è stato dichiarato colpevole anche di aver ostacolato la giustizia, avendo raccontato di aver tentato di rianimare la donna e avendo chiesto ai familiari di disfarsi dei farmaci nel wc ore dopo la morte. Il medico rischia da 15 anni di carcere all’ergastolo.