Amman (Giordania), 7 nov. (LaPresse/AP) – “L’alternativa al ritorno ai colloqui è il potenziale caos. Voglio dire, davvero Israele vuole una terza Intifada?”. Così il segretario di Stato Usa John Kerry, in visita in Medioriente, in un’intervista rilasciata congiuntamente a canali televisivi israeliani e palestinesi in cui ha anche detto che Israele rischia anche l’isolamento a livello internazionale se non farà progressi nei colloqui di pace con i palestinesi. Kerry da ieri ha fatto la spola fra Israele, i territori palestinesi e la Giordania, nel tentativo di riavviare i negoziati in un clima di crescenti tensioni nella regione, dovuti agli insediamenti di Israele e al rilascio di prigionieri palestinesi.
Il fallimento dei negoziati, ha detto il segretario di Stato Usa, potrebbe essere devastante. “Se non troviamo un modo per per arrivare alla pace, Israele sarà sempre più isolato, ci sarà un aumento nella campagna di delegittimazione del Paese, in corso su base internazionale”, ha proseguito Kerry nell’intervista. Se non si sarà in grado di raggiungere la pace con l’attuale leadership palestinese, ha concluso il segretario di Stato, “ci si potrebbe ritrovare a relazionarsi con un’altra, votata alla violenza”. L’intervista è stata registrata a Gerusalemme, prima che Kerry si recasse nella vicina Giordania, dove ha incontrato re Abdullah II per cercare di ottenere appoggio per i suoi sforzi per la pace.
Ad Amman, dove ha incontrato il re di Giordania, Abdullah II, Kerry ha dichiarato che secondo lui un accordo finale tramite un patto provvisorio può ancora essere raggiunto entro la scadenza fissata dell’aprile 2014. “Qual è l’alternativa alla pace?”, ha chiesto Kerry in conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri giordano, Nasser Judeh. “Un prolungato e continuo conflitto”, ha detto il segretario di Stato. Prima di questa conferenza, Kerry aveva detto del suo incontro con re Abdullah che gli incontri fra i due “hanno creato chiarezza su alcuni punti”. Il segretario non ha spiegato, ma ha dichiarato che ci sono stati “progressi significativi nelle nostre discussioni su un paio di aree di preoccupazione collocate all’interno del più ampio panorama di preoccupazioni esistente”.
Kerry, in Medioriente per sostenere la campagna per la pace fra Israele e palestinesi, ha poi deciso di prolungare di un giorno la permanenza nella regione, per incontrare domattina a Gerusalemme il premier israeliano Benjamin Netanyahu. L’incontro, che si svolgerà a colazione, sarà il terzo fra Netanyahu e Kerry in due giorni. Nel corso della serata di oggi, invece, Kerry vedrà il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas.