Russia, cade pirateria per attivisti Greenpeace: accusati di vandalismo

Mosca (Russia), 23 ott. (LaPresse/AP) – Sono state ritirate in Russia le accuse di pirateria contro gli attivisti di Greenpeace fermati per una protesta contro Gazprom nell’Artico, sostituite da altre per vandalismo. Lo ha fatto sapere la Commissione investigativa di Mosca in una nota, in cui sembra preannunciare un veloce rilascio degli attivisti. Questi, in tutto 28 fra cui un italiano, sono stati fermati lo scorso mese durante una protesta contro le trivellazioni offshore della compagnia Gazprom. Essere condannati per pirateria in Russia comporta una pena detentiva fino a 15 anni, mentre per vandalismo si rischiano fino a sette anni. Lo scorso mese il presidente Vladimir Putin ha detto di ritenere che gli attivisti del gruppo ambientalista non siano pirati.

La Commissione ha anche avvertito che potrebbe rivolgere agli attivisti altri capi d’imputazione, inclusa violenza contro le autorità, punibile con al massimo 10 anni di carcere. Il rifiuto di testimoniare da parte dei 28, ha spiegato, ha ostacolato le indagini. “Questo spinge gli investigatori a verificare in modo approfondito tutte le possibili versioni, incluso il sequestro della piattaforma per motivi economici, per motivi terroristici, ricerca scientifica illegale e spionaggio”, ha aggiunto l’agenzia. La Commissione ha anche negato che la protesta degli attivisti sia stata pacifica, dicendo che è stato un crimine secondo la legge internazionale tentare di sequestrare una piattaforma petrolifera. Vladimir Chuprov, di Greenpeace Russia, ha dichiarato che gli attivisti “non sono vandali più di quanto siano pirati” e dovrebbero essere subito liberati. “Contesteremo le accuse montate di vandalismo così fortemente come lo abbiamo fatto con quelle di pirateria. Sono accuse di fantasia che non hanno alcun legame con la realtà”, ha aggiunto in una nota.