Caracas (Venezuela), 26 set. (LaPresse/AP) – Il presidente siriano Bashar Assad non esclude la possibilità di un attacco militare degli Stati Uniti contro la Siria, anche se la minaccia è stata bloccata quando Damasco ha accettato di sottoporre il suo arsenale di armi chimiche al controllo internazionale. Assad ha detto in un’intervista all’emittente di Stato venezuelana Telesur che alcuni ribelli hanno confessato al governo di aver portato armi chimiche nel Paese. Tutte le prove, ha affermato, indicano che i combattenti dell’opposizione siano responsabili dell’attacco del 21 agosto scorso nei pressi di Damasco, in cui persero la vita centinaia di civili. Il presidente ha accusato gli Usa di aver mentito ai cittadini americani dicendo di avere le prove della responsabilità del regime. Assad ha riferito che le autorità siriane hanno scoperto magazzini e laboratori per la produzione di armi chimiche, e le prove di questi ritrovamenti sono state consegnate alla Russia.
Nel corso dell’intervista, durata 40 minuti, il leader siriano ha suggerito che “terroristi” cercheranno di bloccare gli ispettori delle Nazioni unite che arriveranno in Siria per mettere al sicuro l’arsenale chimico del regime. Assad ha detto inoltre di avere le prove che alcuni Paesi stranieri, tra cui l’Arabia Saudita, hanno fornito armamenti a ribelli, ma ha ammesso di non avere le prove che qualche Stato in particolare abbia fornito loro le armi chimiche. Per quanto riguarda i recenti sviluppi positivi nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Iran, Assad ha affermato che si tratta di una cosa positiva, ma ha sottolineato che a suo parere questo non significa che Teheran si fidi di Washington. È importante, ha notato, che gli Usa smettano di chiedere alla Repubblica Islamica di rinunciare alla tecnologia nucleare.