Washington (Usa), 8 set. (LaPresse/AP) – Prosegue da giorni il pressing della Casa Bianca sul Congresso in vista del voto sull’intervento militare in Siria. Incontri riservati e pubblici si susseguono fra rappresentanti dell’amministrazione Obama e parlamentari, ma ieri qualcosa qualcosa è riuscito a filtrare dai briefing classificati: un funzionario americano ha infatti consegnato ad Associated Press un dvd che contiene video che mostrano le vittime dell’attacco chimico dello scorso 21 agosto alla periferia est di Damasco. Si tratta di immagini forti, che sono state proiettate giovedì ai senatori durante un meeting classificato, e alcune delle quali ieri la Cnn ha mandato in onda. Non è chiaro quale possa essere l’impatto sull’opinione pubblica americana, dove secondo gli ultimi sondaggi prevale lo scetticismo su un’azione militare in Siria, anche fra coloro che ritengono che il governo abbia usato armi chimiche contro il suo popolo. Da una ricerca del centro Pew, completata la scorsa settimana, emerge che il 29% è a favore di un attacco degli Usa, mentre il 48% è contrario e il 23% è incerto. Quello che manca, tuttavia, almeno in pubblico, sono le prove della responsabilità del regime di Bashar Assad, di cui l’amministrazione Obama si dice certa.
I VIDEO SHOCK CHE MOSTRANO VITTIME ARMI CHIMICHE. Il dvd emerso ieri non è altro che una raccolta dei video sull’attacco con armi chimiche postati su YouTube dai ribelli siriani. Il materiale era stato richiesto alla Cia dalla presidente della commissione intelligence del Senato, Dianne Feinstein, e i filmati erano stati guardati dalla commissione appunto giovedì. La fonte che ha fornito ad AP i video, coperta dall’anonimato, ha riferito che dei video si è tenuto conto anche nella valutazione di quattro pagine sull’uso di armi chimiche stilata dall’intelligence per volere del governo di Washington e pubblicata la settimana scorsa. I luoghi specifici in cui sarebbero state girate le immagini del dvd sono stati descritti ai senatori nel meeting riservato, ma Associated Press non ha potuto verificare in modo indipendente l’autenticità dei video. Nei filmati si vedono anche bambini che mostrano i sintomi di avvelenamento da gas. Tredici dei video proiettati in commissione in Senato sono stati pubblicati anche sul sito della senatrice Feinstein.
PROVE RESPONSABILITA’ ASSAD NON DIFFUSE IN PUBBLICO. Alcuni esperti pensano che le dimensioni dell’attacco e la quantità di agenti chimici che sembrano essere stati rilasciati, sollevino dubbi sul fatto che possano essere stati utilizzati dai ribelli. Quello che manca all’opinione pubblica, però, sono le prove di un legame fra quello che si vede in foto o video e la responsabilità di Bashar Assad. L’amministrazione Obama sostiene che la responsabilità di Assad sia provata dall’intercettazione di comunicazioni e da immagini satellitari, che mostrerebbero che tre giorni prima dell’attacco del 21 agosto il regime si stava preparando sul campo all’uso di gas. Tuttavia numerose richieste di rendere noti particolari, avanzate all’amministrazione da parte di Associated Press, hanno ricevuto risposta negativa. Venerdì AP ha chiesto se le immagini del 21 agosto sarebbero state rese disponibili, ma un portavoce ha rimandato alla mappa fornita dalla Casa Bianca la scorsa settimana che mostra e presunte zone attaccate. Inoltre AP ha chiesto di vedere le trascrizioni delle presunte intercettazinoi in cui il personale militare siriano si sarbbe preparato all’attacco chimico dicendo di usare maschere anti-gas, ma l’amministrazione Obama ha fatto sapere che i dettagli vengono condivisi solo nei briefing a porte chiuse con i membri del Congresso e gli alleati chiave.
PERPLESSITA’ ANCHE DA BRIEFING RISERVATI. Intanto, se all’opinione pubblica mancano le prove di colpevolezza di Assad, le cose non sembrano andare meglio nei briefing riservati. A dirlo sono due deputati repubblicani: Justin Amash, del Michigan, e Buck McKeon della California. “Le prove non sono così forti come dicono le dichiarazioni pubbliche del presidente e dell’amministrazione”, afferma Amash, aggiungendo che “ci sono alcune cose che vengono abbellite nei discorsi pubblici”. “I briefing mi hanno reso in realtà più scettico sulla situazione”, ha detto Amash. Di opinione simile McKeon, secondo il quale “hanno prove che mostrano una probabile responsabilità del regime” ma questo non è sufficiente per lanciare attacchi militari. “Secondo me non hanno fornito legami diretti con Assad” dell’attacco chimico, ha proseguito McKeon, che è presidente della commissione Servizi armati della Camera Usa.
CASA BIANCA: SENSO COMUNE INDICA RESPONSABILITA’ ASSAD. Delle immagini sulle vittime delle armi chimiche in Siria ha parlato oggi anche il capo di Gabinetto di Obama, Denis McDonough, intervistato nel programma ‘State of the Union’ sulla Cnn. “Il materiale (chimico ndr.) è stato usato nei sobborghi orientali di Damasco controllati da qualche tempo dall’opposizione”, ha detto McDonough. “Sono stati lanciati razzi, razzi che noi sappiamo che Assad possiede e che invece l’opposizione non ci sono indicazioni che abbia”, ha proseguito. Riferendosi in particolare al dvd, McDonough ha detto che “abbiamo visto le prove video dell’esito di questi attacchi e tutto porta a un senso comune piuttosto forte, indipendentemente dall’intelligence, che suggerisce che sia stato il regime a compierlo”. Insomma secondo il capo di Gabinetto di Obama è più un “test del senso comune” che una “prova oltre ogni ragionevole dubbio” a far ritenere il governo siriano responsabile. “Abbiamo immagini o abbiamo prove oltre ogni ragionevole dubbio? Questo non è un tribunale e l’intelligence non lavora in questo modo”, ha spiegato, aggiungendo he “ciò che sappiamo e ciò che il senso comune dice è che lui è responsabile”.
L’OFFENSIVA MEDIATICA DI OBAMA, LUNEDI’ 6 INTERVISTE. Il pressing sul Congresso prosegue intanto anche con un’offensiva mediatica. Oltre alle interviste concesse da McDonough, Barack Obama in persona rilascerà domani interviste ad almeno sei emittenti televisive. Intanto stasera il vice presidente Joe Biden terrà una cena con un gruppo di repubblicani nel Senato e proseguono le chiamate di Biden, Obama, McDonough e Kerry ai deputati per invitarli a votare sì. Lunedì Susan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale, discuterà di Siria alla ‘New America Foundation’; nello stesso giorno si terrà un briefing bipartisan riservato in Congresso. Martedì invece McDonough incontrerà privatamente i democratici della Camera, a maggioranza repubblicana, il cui sostegno potrebbe essere cruciale per Obama. Gli impegni culmineranno con il discorso di Obama alla nazione, che pronuncerà martedì 10 settembre dalla Casa Bianca.
IL VOTO DEL CONGRESSO. Il giorno dopo, l’11 settembre, è previsto il primo voto del Senato sull’intervento militare in Siria, mentre il voto definitivo dei senatori dovrebbe arrivare nel fine settimana. Il voto della Camera si terrà invece probabilmente il 16 settembre. La bozza su cui si voterà, che ha già ottenuto l’approvazione in commissione in Senato, prevede l’autorizzazione di un “uso limitato e specifico” delle forze armate Usa per non oltre 90 giorni e vieta il dispiegamento di truppe di terra americane. Per lunedì sono previste veglie con candele in tutto il Paese per invitare i membri del Congresso a dire no alla risoluzione.