Siria, Obama: Non ho deciso, valuto azione limitata. Hollande: Forse entro mercoledì

Parigi (Francia), 30 ago. (LaPresse/AP) – Dopo il no del parlamento britannico, che ieri sera ha bocciato la mozione del governo per un intervento militare in Siria, si moltiplicano le reazioni su una possibile azione da intraprendere dopo il presunto attacco chimico dello scorso 21 agsto. Il presidente francese Francois Hollande ha dichiarato al quotidiano Le Monde che non esclude un intervento entro mercoledì. In serata gli Stati Uniti hanno diffuso le prove raccolte dall’intelligence, in base alle quali Washinghton attribuisce al regime di Assad la responsabilità dell’attacco con armi chimiche. “Non ho ancora deciso”, ha detto Barack Obama, aggiungendo che valuta l’ipotesi di un attacco “limitato e ristretto”. John Kerry, dal canto suo, nell’illustrare le informazioni di intelligence ha assicurato che non si faranno gli stessi errori fatti con l’Iraq. E mentre la Turchia fa arrivare il suo sì all’azione militare, dalla Danimarca il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen fa sapere che l’Alleanza non ha in programma alcun intervento. Sul fronte del no anche l’Italia: “Si rischia una deflagrazione mondiale”, ha avvertito Bonino. E così pure la Germania: “Non abbiamo considerato alcuna partecipazione militare tedesca e non lo stiamo facendo”, ha dichiarato il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert.


OBAMA: NON HO DECISO, VALUTO AZIONE LIMITATA. Barack Obama non ha ancora preso una decisione finale sulla Siria ma sta considerando l’ipotesi di “un’azione limitata e ristretta”. A dirlo è stato lui stesso stasera, parlando prima di un incontro con i leader dei Paesi baltici. Obama ha denunciato “un’incapacità del Consiglio di sicurezza di andare avanti”, dicendo che l’attacco con armi chimiche compiuto in Siria è “una sfida al mondo” e minaccia gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L’inquilino della Casa Bianca, che nel pomeriggio ha incontrato il consiglio di sicurezza nazionale, ha affermato inoltre di avere una forte preferenza per un’azione multilaterale in Siria, ma ha detto che “non vogliamo che il mondo venga paralizzato”. Gli Stati Uniti, “in quanto fra i leader mondiali”, hanno l’obbligo di ritenere responsabili i Paesi che violano le norme internazionali, ha aggiunto Obama, ricordando che la Francia starebbe con lui. Ieri sera il Parlamento britannico si è schierato contro il governo del premier David Cameron, bocciando al voto la mozione favorevole a un possibile intervento militare in Siria.

USA: ASSAD RESPONSABILE DI ATTACCO CHIMICO. L’amministrazione degli Stati Uniti ha pubblicato una valutazione dell’intelligence che ha appurato con “alto livello di certezza” che sarebbe del governo di Bashar Assad la responsabilità dell’attacco con armi chimiche condotto lo scorso 21 agosto a est di Damasco. Secondo le cifre fornite dalla valutazione d’intelligence Usa, il bilancio di quell’attacco sarebbe di 1.429 morti, 426 dei quali bambini e Assad avrebbe usato un gas nervino non identificato. Si tratta di un bilancio significativamente più alto di quello riportato dalla Siria da attivisti e soccorritori. La formula ‘alto livello di certezza’ o ‘high confidence’, spiega la relazione, è la posizione più forte che le agenzie Usa di intelligence possano assumere subito prima della conferma ultima. L’amministrazione ha reso pubblici solo alcuni documenti, mentre altri restano riservati e saranno messi a disposizione degli alleati e del Congresso. Nel corso della conferenza stampa in cui ha illustrato le informazioni di intelligence, il segretario di Stato americano John Kerry ha spiegato che non tutti i risultati possono essere diffusi “per proteggere fonti e metodi”.

KERRY: NON SARA’ UN NUOVO IRAQ. Parlando in conferenza stampa proprio mentre venivano pubblicate le presunte prove della responsabilità di Assad, Kerry ha assicurato che le indagini di intelligence sono state fatte “tenendo ben presente l’esperienza dell’Iraq” e “non ripeteremo quel momento”. Kerry ha detto che gli Stati Uniti sanno precisamente da dove i missili sono stati lanciati e a che ora, aggiungendo che un alto funzionario del regime siriano ha confermato l’uso di armi chimiche da parte del governo di Bashar Assad e aveva il timore che sarebbe stato scoperto. Inoltre, stando alle informazioni citate da Kerry, “per tre giorni prima dell’attacco chimico membri del regime siriano e personale deputato all’uso di armi chimiche sono stati sul terreno per i preparativi” e i membri del regime sul posto sarebbero stati informati di dovere indossare maschere antigas.

Secondo il segretario di Stato, inoltre, sull’uso di armi chimiche in Siria l’Onu non può dire al mondo nulla che gli Stati Uniti non sappiano già e non abbiano già reso pubblico. “Crediamo nelle Nazioni unite e abbiamo grande rispetto per le indagini degli ispettori”, ha detto Kerry, aggiungendo tuttavia che “abbiamo bisogno di chiederci quale sia il rischio di non fare niente”. Poi la conclusione: “Sappiamo che il popolo americano è stanco della guerra, credetemi anch’io lo sono”, ha detto Kerry, assicurando comunque che “nessun soldato sarà mandato sul campo”.

CASA BIANCA: INTERESSI NAZIONALI. La decisione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama su un possibile intervento militare contro la Siria sarà guidato dagli interessi degli Stati Uniti. Lo ha dichiarato stanotte la Casa Bianca, dopo il voto di ieri del Parlamento inglese che ha bocciato al voto la mozione favorevole a un possibile intervento militare in Siria. La portavoce del Consiglio Nazionale di Sicurezza, Caitlin Hayden, ha dichiarato che gli Stati Uniti continueranno a consultarsi con il Regno Unito ma che Obama prenderà decisioni basate su “i migliori interessi degli Stati Uniti”. Secondo quanto affermato dalla portavoce, Obama crede che in Siria siano in gioco interessi vitali degli Stati Uniti. Hayden ha commentato che i Paesi che violano le norme internazionali sulle armi chimiche devono risponderne.

HOLLANDE: NON ESCLUDO ATTACCO ENTRO MERCOLEDI’. Il presidente francese Francois Hollande non esclude un intervento in Siria prima di mercoledì, data in cui il Parlamento francese deve riunirsi in sessione straordinaria per discutere della Siria. Hollande lo ha dichiarato al quotidiano Le Monde. Il presidente ha precisato che non vuole intervenire prima della partenza degli ispettori delle Nazioni Unite. Hollande ha aggiunto che il suo Paese può procedere con i piani di intervento in Siria, nonostante il no arrivato dal Parlamento inglese. “Il massacro chimico di Damasco non può e non deve rimanere impunito” ha affermato Hollande. Il presidente ha ribadito che la Francia vuole “un’azione proporzionata e ferma”, ma quando gli sono state poste domande sul tipo di intervento ha risposto che ” tutte le opzioni sono sul tavolo”.

BONINO: SI RISCHIA CONFLITTO MONDIALE. “Da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di una deflagrazione addirittura mondiale”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, a SkyTg24, riferendosi all’eventualità di un attacco. Per la titolare della Farnesina “si comincia sempre così, con gli attacchi mirati, senza mandato dell’Onu” e “la Siria ovviamente reagirà”. Bonino ha dichiarato: “Io credo che la pressione politica e diplomatica continuativa sia la cosa migliore, non bisogna reagire con la forza in Siria. Non c’è una soluzione militare”. “Senza un mandato Onu – ha proseguito il ministro – rischiamo maggiori complicazioni in Siria”. “In Italia – ha concluso Bonino – la decisione passerà al vaglio parlamentare”. Bonino ha aggiunto che “Gli ispettori porteranno prove indirette che saranno esaminate. Loro non hanno mandato per dire chi le ha utilizzate, ma l’insieme potrà dare una ricostruzione più certa di quel che è accaduto”. Il ministro ha anche annunciato che al prossimo G20 “i leader si concentreranno su questo scontro che coinvolge anche Russia e Iran”. Emma Bonino ha quindi annunciato per lunedì la sua visita in Tunisia. “Un viaggio – ha detto – previsto da tempo perchè l’intera fascia è preda di grandissime tensioni e noi dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire gli scenari terribili che si sono già verificati”.

GERMANIA: NON PARTECIPIAMO. Il governo tedesco non ha al momento programmi di unirsi ad azioni militari contro la Siria. Lo ha dichiarato il portavoce del governo Steffen Seibert ai giornalisti, affermando che “non abbiamo considerato alcuna partecipazione militare tedesca e non lo stiamo facendo”. I commenti del portavoce arrivano dopo un’intervista rilasciata dal ministro degli Esteri Guido Westerwelle al quotidiano Neue Osnabruecker Zeitung nel quale il ministro ha dichiarato che alla Germania non è stato chiesto di contribuire all’azione militare contro il regime di Bashar Assad.

OSBORNE: NON VOLTARE LA SCHIENA ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE. Il segretario al Tesoro britannico, George Osborne, ha dichiarato che il Regno Unito non dovrebbe voltare le spalle alla comunità internazionale dopo il voto con cui il Parlamento ha respinto la mozione del governo sull’intervento militare in Siria. Osborne lo ha detto in un’intervista alla Bbc. Capisco, ha affermato Osborne, che molti deputati e cittadini britannici non vogliono che il Paese venga coinvolto militarmente in Siria. Dopo il voto di ieri, ha aggiunto, ci sarà “un profondo esame di coscienza a livello nazionale” circa il ruolo globale del Regno Unito.

RUSSIA: VOTEREMO CONTRO RISOLUZIONI ONU SU USO FORZA. Il vice ministro degli Esteri russo Gennady Gatilov ha dichiarato che la Russia voterà contro ogni risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che approvi attacchi militari in Siria. Il vice ministro lo ha detto all’agenzia di stampa statale Itar-Tass, affermando che devono essere effettuati tentativi per impedire l’uso della forza contro la Siria.

Yuri Ushakov, consigliere di politica estera del presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato che la Russia non ha visto le informazioni degli Stati Uniti che secondo Washington provano il ruolo del governo siriano nei presunti attacchi con armi chimiche della scorsa settimana. Ushakov ha dichiarato ai giornalisti di non poter commentare le informazioni perchè gli Stati Uniti non le hanno condivise con la Russia. Ieri l’amministrazione Obama ha condiviso informazioni con parlamentari statunitensi, per convincerli che il governo ha usato armi chimiche contro il suo popolo lo scorso 21 agosto.

ISPETTORI ONU AL LAVORO. Intanto oggi gli esperti delle Nazioni Unite a Damasco hanno cominciato la loro ultima giornata di inchiesta sul presunto uso di armi chimiche, dopo un iniziale ritardo mattutino. Gli esperti sono partiti a bordo di tre veicoli dell’Onu, per effettuare ulteriori visite in loco.