Damasco (Siria), 24 ago. (LaPresse) – Tre ospedali del governatorato di Damasco, in Siria, sostenuti da Medici senza frontiere, riportano che nella mattina di mercoledì scorso 3.600 pazienti hanno mostrato sintomi neurotossici in meno di tre ore, e che 355 di queste persone sono morte. Lo riporta in una nota la stessa organizzazione internazionale. “Lo staff medico che lavora in queste strutture – spiega il dottor Bart Janssens, direttore delle operazioni dell’associazione – ha fornito informazioni dettagliate ai medici di Msf riguardo a un grande numero di pazienti arrivati con sintomi come convulsioni, eccesso di salivazione, pupille contratte, vista offuscata e difficoltà respiratorie”. I pazienti sono stati curati con atropina fornita da Medici senza frontiere.
Le stime sul massacro, di cui il governo nega ogni responsabilità, variano molto. L’Osservatorio siriano per i diritti umani sostiene che i morti siano 32, tra cui 54 bambini, 82 donne e decine di combattenti di opposizione. Sedici persone non sono state identificate. In precedenza il gruppo aveva parlato di 136 morti. La Coalizione nazionale siriana, principale gruppo di opposizione, sostiene che le vittime siano addirittura 1.300.
“Msf – spiega ancora Janssens – non può né confermare scientificamente la causa di questi sintomi né stabilire chi sia responsabile dell’attacco. Tuttavia, i sintomi individuati nei pazienti”, compreso il ristretto lasso di tempo in cui sono arrivati, la loro origine e la contaminazione dello staff di primo soccorso, “indicano con forza una esposizione di massa a un agente neurotossico. Questo costituirebbe una violazione della legge internazionale che assolutamente proibisce l’uso di armi chimiche e biologiche”. Oltre alle 1.600 fiale di atropina fornite negli ultimi mesi, ora Msf ne ha spedite altre settemila.
“Msf – commenta Christopher Stokes, direttore generale del gruppo – spera che agli investigatori indipendenti venga dato immediato accesso per far luce su quanto accaduto. Quest’ultimo attacco e la successiva necessità medica arrivano al vertice di una situazione umanitaria catastrofica, caratterizzata da estrema violenza, sfollamenti, distruzione deliberata di strutture mediche. Nel caso di violazioni così estreme del diritto umanitario, l’assistenza umanitaria non può rispondere in modo efficace e diventa di per sé priva significato”.
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