Pistorius incriminato per omicidio fidanzata piange in aula. Processo il 3 marzo

Pretoria (Sudafrica), 19 ago. (LaPresse/AP) – In lacrime e accompagnato dai familiari, Oscar Pistorius è tornato questa mattina in aula a Pretoria, dove è stato formalmente incriminato per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuto nella notte di San Valentino. Con lui in tribunale il fratello Carl e la sorella Aimee. L’inizio del processo è stato fissato al 3 marzo e, in caso di condanna, Pistorius rischia da 25 anni all’ergastolo. L’atleta è stato accusato inoltre di possesso illegale di munizioni, non avendo la licenza per i proiettili della calibro .38 trovata nella sua casa. Quella notte Pistorius sparò alla ragazza quattro colpi con un’altra arma, una pistola 9mm regolarmente denunciata. La vittima avrebbe festeggiato oggi 30 anni.

6 MESI DI INDAGINI. Nelle settimane passate, la polizia ha fatto sapere di aver completato l’indagine sul caso durata sei mesi. In una nota il commissario nazionale della polizia sudafricana ha spiegato che ad essa hanno lavorato detective, esperti forensi e balistici, psicologi ed esperti di tecnologia, tuti fiduciosi di avere gli elementi per condannare l’atleta. La prova più evidente proverrebbe dalle registrazioni dei cellulari trovati in casa di Pistorius e dall’esame della porta del bagno attraverso cui l’atleta ha esploso quattro proiettili, colpendo Reeva tre volte e uccidendola. L’angolo e la traiettoria dei proiettili potrebbero indicare se Pistorius si sosteneva solo sulle gambe amputate, come lui sostiene, o se era in piedi con indosso le protesi, come ritiene invece l’accusa.

PISTORIUS SPARO’ PER UCCIDERE. Quella notte, si legge nel documento di 11 pagine presentato dalla procura in tribunale, Pistorius sperò “con l’intenzione di uccidere una persona”, “alcuni dei testimoni hanno sentito una donna urlare, seguita da momenti di silenzio, quindi hanno udito colpi di arma da fuoco e poi nuove urla”. Oltre 100 i testimoni che saranno chiamati dall’accusa. Tra loro anche lo zio dell’atleta, Arnold, la sorella Aimee e il fratello Carl, così come una serie di persone che vivevano nella stessa comunità dove la ragazza è stata uccisa. Da quanto emerso dall’autopsia, Reeva morì dopo le 3 del mattino, per ferite multiple da arma da fuoco. I procuratori cercheranno di mostrare che la coppia aveva litigato prima dell’omicidio.

BASSO PROFILO. Fin da quel giorno, l’atleta conosciuto in tutto il mondo per le sue imprese sportive ha mantenuto un basso profilo. Oggi in aula è stato visto asciugarsi le lacrime e ha pronunciato poche parole. Prima rispondendo a una domanda del magistrato che gli ha chiesto se stava bene. “Considerate le circostanze, sì”, ha detto. Quindi rispondendo ancora in modo affermativo, quando gli è stato chiesto se aveva capito il reato di cui è accusato. Poche le apparizioni dal giorno della libertà su cauzione, il 22 febbraio scorso. La sua famiglia ha annunciato che sarebbe tornato ad allenarsi senza clamori ed è stato visto correre a fine giugno. Una settimana fa, un giornale sudafricano ha pubblicato alcune fotografie che lo mostrano in spiaggia durante una vacanza con amici. Indossava una maglietta bianca e un giubbotto di salvataggio, remando con un altro uomo su un kayak.