Bamako (Mali), 11 ago. (LaPresse/AP) – Urne aperte in Mali per il ballottaggio delle elezioni presidenziali, in cui i cittadini dovranno scegliere se affidare la guida del Paese a Ibrahim Boubacar Keita noto con il soprannome Ibk, il favorito, o allo sfidante Soumaila Cissé, noto come ‘Soumi’. Ex premier ed ex ministro degli Esteri l’uno, ex ministro delle Finanze l’altro. Al primo turno, per il quale si è votato lo scorso 28 luglio, Keita ha ottenuto il 39,79% dei voti e Cissé il 19,70%.

POSSIBILI RITARDI PER MALTEMPO A BAMAKO. L’orario di apertura dei seggi era previsto dalle 10 alle 20 ora italiana, ma alcune sedi nella capitale Bamako hanno aperto in ritardo a causa delle forti piogge, per cui è possibile che la chiusura sarà posticipata. I risultati dovrebbero arrivare entro cinque giorni.

RICONCILIAZIONE SARA’ PRIORITA’. La sfida più grande per il nuovo presidente sarà quella di puntare alla riconciliazione gestendo la crisi del Paese dopo il caos nel quale è precipitato a seguito del colpo di Stato di marzo 2012, che ha rovesciato la presidenza di Amadou Toumani Toure, e dopo che ribelli separatisti e militanti islamici hanno preso il controllo del nord. Adesso, dopo l’offensiva militare lanciata dalla Francia, separatisti e militanti sono stati ricacciati nell’area del deserto. Il voto di oggi è cruciale anche per lo sblocco di 4 miliardi di dollari di aiuti, che sono in stand by in attesa dell’insediamento del nuovo governo.

KEITA FAVORITO. Il candidato favorito Keita, 68 anni, ha portato avanti una campagna elettorale incentrata sulla necessità di ripristinare l’orgoglio del Mali dopo l’intervento militare francese. Stamattina ha votato in un seggio di Bamako e ha elogiato gli elettori per essersi recati ai seggi nonostante le forti piogge che si stanno abbattendo sulla città. “Le persone stanno dicendo: ‘L’affluenza sarà come speriamo?’, ma sono certo che sarà così”, ha detto Keita ai giornalisti. “E la pioggia qui è una benedizione e un buon segno”, ha aggiunto.

I DATI DEL PRIMO TURNO. Al primo turno alcuni problemi tecnici avevano impedito a diversi cittadini di votare: molti erano infatti giunti ai seggi senza trovare il proprio nome nei registri, mentre altri avevano avuto difficoltà a ottenere la tessera elettorale prima del voto. L’affluenza era stata quasi del 50% ma a Kidal, nel nord, dove sventolano ancora le bandiere dei ribelli, si era recato alle urne solo il 12% della popolazione. L’approvazione per i separatisti rimane alta, annche se all’interno del Movimento per la liberazione dell’Azawad molti si sono schierati con Keita per via della sua promessa di tenere un dialogo nazionale sulla crisi nel nord del Paese.

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