Madrid (Spagna), 30 lug. (LaPresse/AP) – Il macchinista del treno deragliato la settimana scorsa a Santiago di Compostela, in Spagna, era al telefono negli attimi prima dello schianto e andava a 152 chilometri all’ora al momento dell’impatto. Sono i primi dati emersi dall’analisi delle scatole nere del treno e diffusi dal tribunale della città della Galizia. Gli investigatori hanno inoltre accertato che il convoglio procedeva a 192 chilometri all’ora pochi istanti prima del disastro, costato la vita a 79 persone, e che il macchinista ha attivato i freni solo “pochi secondi prima dello schianto”.

Secondo quanto si legge nella nota, al momento dell’incidente l’uomo, Francisco José Garzon Amo, stava parlando al telefono con quello che sembra essere un controllore” della ferroviaria nazionale Renfe, utilizzando il telefono montato in cabina. In quegli istanti stava consultando un documento. “Dai contenuti della conversazione e dai suoi di sottofondo, sembra che il conducente stesse consultando un piano di viaggio o un documento simile di carta”, specifica inoltre il comunicato.

Su Amo pendono accuse multiple di omicidio per negligenza. L’uomo è stato scarcerato, ma ha dovuto consegnare i documenti e ha l’obbligo di firma. Le due scatole nere del treno, su cui viaggiavano 218 persone, sono state esaminate dagli investigatori del tribunale di Santiago, da esperti della polizia scientifica, dal ministero dei Trasporti e dalla Renfe e le indagini stanno proseguendo. Il limite di velocità nel tratto in cui è avvenuto lo schianto era di 80 chilometri orari. Il convoglio si è scontrato contro un muro di cemento che costeggiava la curva e alcune carrozze hanno preso fuoco. Secondo l’agenzia ferroviaria spagnola i freni avrebbero dovuto essere attivati quattro chilometri prima della curva da cui il treno è uscito dai binari. A sei giorni dallo schianto sono ancora 66 le persone ricoverate, 15 delle quali in condizioni critiche.

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