Dera Ismail Khan (Pakistan), 30 lug. (LaPresse/AP) – Oltre 250 prigionieri, tra cui 25 considerati “terroristi pericolosi”, sono stati liberati in un assalto al carcere di Dera Ismail Khan, nel nordovest del Pakistan. Secondo le autorità cittadine, a dare l’attacco alla struttura sono stati circa 70 militanti con armi da fuoco, granate e bombe. Sono rimasti uccisi sei poliziotti, sei detenuti musulmani sciiti di cui uno decapitato, e due civili.
Il portavoce dei talebani in Pakistan, Shahidullah Shahid, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, dicendo di aver liberato 300 prigionieri. Ha spiegato che otto assalitori indossavano giubbini esplosivi e che due di loro li hanno fatti detonare. Le autorità sinora hanno ricatturato nove detenuti e stanno cercando gli altri, mentre è stato imposto il coprifuoco a Dera Ismail Khan e nella vicina città di Tank.
I militanti travestiti da poliziotti hanno attaccato ieri sera il carcere in cui erano detenuti 40 prigionieri di “alto livello”, nel tentativo di liberare i propri compagni. L’assalto è iniziato con una potente esplosione, seguita da una serie di deflagrazioni minori, il cui obiettivo era quello di distruggere il muro di cinta della prigione. Dopo che la recinzione è crollata, almeno otto assalitori hanno fatto irruzione all’interno della struttura inneggiando ‘Dio è grande’ e ‘Lunga vita ai talebani’. “Stiamo cercando di riportare la situazione sotto controllo”, ha detto il capo della polizia locale, Sohail Khalid. Le autorità avevano ricevuto una lettera contenente una minaccia di attacco, ma non se lo aspettavano così presto.
Difficili le operazioni di risposta per i militari, perché gli assalitori indossavano uniformi della polizia. I soldati dell’esercito hanno circondato la struttura e sono rimasti coinvolti in uno scontro a fuoco con i militanti. Un ufficiale del carcere, Gul Mohammad, ha raccontato di essere rimasto ferito dopo essere uscito dalla struttura alla fine del proprio turno. Secondo l’uomo, anche altri dipendenti della prigione sono stati feriti.