Rio de Janeiro (Brasile), 25 lug. (LaPresse) – Papa Francesco, in Brasile per la Gmg, oggi a Varginha nella favela di Rio, il quinto peggior posto tra le 158 “preifeture” che compongono la megalopoli carioca, sembrava essere di casa tanto i suoi gesti manifestavano una frequentazione amichevole sia con i sacerdoti della parrocchia, sia con i fedeli delle comunità pastorali. Nel suo discorso, iniziato con lo scambio di un sonoro “boa dia” gridato all’unisono con i circa duemila abitanti, più che le categorie della dottrina cattolica “padre Francesco”, come lo hanno chiamato i suoi ospiti, esprime soprattutto la sua vicinanza fatta di gesti, sorrisi, di ascolto concesso a chiunque si rivolga verso di lui.
La solidarietà non è una parolaccia, ha detto Papa Francesco. E la riprova lui la indica non nella dottrina sociale della Chiesa, oppure nel magistero, ma nella realtà concreta della comunità latino-americane. Anzi, proprio nella miseria delle favelas, l’inferno terrestre dove vive quasi il 12% della popolazione brasiliana, lui riconosce e indica esempi straordinari di solidarietà e di fraternità.