Bosnia, donne Srebrenica denunciano: Picchiate da polizia, 8 ferite

Sarajevo (Bosnia-Herzegovina), 13 lug. (LaPresse/AP) – Alcune donne denunciano di essere state picchiate dalla polizia in Bosnia dopo avere sfondato un cordone di agenti a Srebrenica riuscendo a entrare e deporre dei fiori nel magazzino di Kravice, dove i loro cari furono uccisi nel massacro del 1995. La polizia serbo-bosniaca (Srebrenica si trova nella Repubblica serba di Bosnia) nega di avere utilizzato la forza, ma le vedove raccontano di essere state picchiate e che otto di loro sono rimaste ferite. Munira Subasic, che guidava il gruppo, dice di avere riportato lividi perché la polizia ha picchiato “con i gomiti e i piedi”.

Secondo la versione data dal capo della polizia serbo-bosniaca, Gojko Vasic, le donne non avevano il permesso di entrare nella struttura dal momento che si tratta di proprietà privata ma hanno tagliato la recinzione per riuscire a introdursi. Il poliziotto sostiene inoltre che una delle donne abbia colpito un agente alla testa con il telefonino.

L’11 luglio del 1995 le forze serbe invasero la città di Srebrenica, nell’est della Bosnia, e uccisero oltre 8mila uomini e bambini bosniaci musulmani compiendo il ‘massacro di Srebrenica’, nota come la peggiore strage avvenuta in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Circa mille delle vittime furono chiuse appunto nel magazzino di Kravice e freddate a colpi di arma da fuoco il 13 luglio. Alle famiglie non è mai stato permesso di visitare il luogo del massacro. I corpi delle vittime di Srebrenica furono sepolti in fosse comuni, ma mesi dopo il massacro furono in parte spostati per nascondere l’accaduto e alcuni cadaveri vennero fatti a pezzi. Giovedì 11 luglio si è tenuta la cerimonia di sepoltura di 409 vittime recentemente identificate e Subasic ha potuto seppellire due ossa del figlio, ucciso all’età di 18 anni, le uniche parti del corpo del ragazzo recuperate finora.