San Francisco (California, Usa), 11 lug. (LaPresse/AP) – Le operazioni di evecuazione del volo Asiana Airlines 214, schiantatosi sabato sulla pista d’atterraggio di San Francisco, sono state autorizzate dai piloti solo quando un assistente di volo ha notato del fuoco all’esterno dell’aereo, circa 90 secondi dopo l’arresto sul prato di ciò che rimaneva della fusoliera. È quanto affermato ieri in conferenza stampa da Deborah Hersman, presidente del National Transportation Safety Board (la commissione per la sicurezza nei trasporti Usa), la quale ha spiegato che la ricostruzione è stata realizzata in base alle interviste fatte a sei dei 12 assistenti di volo a bordo.
“Non sappiamo cosa abbiano pensato i piloti, ma posso dirvi che anche in incidenti precedenti ci sono stati equipaggi che non hanno evacuato il velivolo”, ha detto Hersman. “Solitamente si attende l’arrivo dei mezzi di soccorso per fare uscire i passeggeri in sicurezza. Certamente nel caso in cui ci si accorge di un incendio a bordo, allora c’è un problema serio. Le fiamme c’erano e quindi l’evacuazione è iniziata”, ha proseguito.
Una volta notato il fuoco fuori dal Boeing 777, infatti, gli assistenti di volo hanno attivato i sei scivoli di emergenza, anche se due di essi hanno avuto malfunzionamenti e si sono aperti all’interno della carlinga, bloccandovi al di sotto due membri dell’equipaggio. Nel frattempo, l’incendio innescato dal carburante entrato in contatto con il calore dei motori aveva iniziato ad allargarsi e l’equipaggio del volo lottava contro le fiamme in attesa dei pompieri. Parte delle indagini sull’incidente, ha detto Hersman, si occuperà di accertare se nell’evacuazione siano state seguite tutte le procedure di sicurezza. Nello schianto del volo, che portava 307 persone, sono morte due studentesse cinesi di 16 anni.