Ankara (Turchia), 10 lug. (LaPresse/AP) – Dopo la loro aperta opposizione al piano di ammodernamento di piazza Taksim a Istanbul, il Parlamento turco ha revocato alle Camere di ingegneri e architetti l’incarico di valutare e approvare i futuri progetti edili. Il provvedimento è passato a sorpresa in una sessione della notte, approvato grazie ai voti del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del premier Recep Tayyip Erdogan, che detiene la maggioranza in Parlamento. La misura, riporta online il giornale turco Hurriyet, cancella il coinvolgimento degli esperti in qualsiasi futura procedura di pianificazione cittadina, eliminando anche l’obbligo di approvazione dei piani.
Il controllo è trasferito totalmente alle istituzioni e tutte le decisioni al ministero dell’Ambiente e della pianificazione urbana. Viene cancellata qualsiasi supervisione e coinvolgimento dei tecnici. “Il riassunto della proposta è questo: il Parlamento vuol farla pagare alle Camere e tutti quelli che sono stati coinvolti con (gli attivisti di, ndr) Taksim Solidarity. Non c’è altra causa, nessun motivo tecnico alla base”, ha dichiarato Akif Hamzaçebi, deputato vice capo gruppo del Partito popolare repubblicano (Chp) all’opposizione, secondo quanto riporta Hurriyet. Le Camere si erano infatti apertamente schierate contro il piano del governo di abbattere gli alberi di Gezi park a Istanbul e di costruire diversi edifici in piazza Taksim. La protesta per il progetto è stata all’origine delle violente manifestazioni antigovernative che per settimane hanno sconvolto la Turchia.
La misura approvata dal Parlamento necessita della validazione del presidente Abdullah Gul, prima di entrare in vigore. Ali Uzunirmak, membro del partito nazionalista turco, ha definito “pirata” la decisione del Parlamento, perché è stata approvata senza un reale dibattito, dato che è stata approvata intorno alla mezzanotte. Il governo di Erdogan ha difeso la misura dicendo che sarà vantaggiosa per gli architetti e per gli ingegneri che non fanno parte delle Camere.
Intanto, è salito a cinque il numero delle persone morte durante le proteste antigovernative di giugno, dopo che stamattina è morto un dimostrante che era in coma. Lo fa sapere la Fondazione turca per i diritti umani. Lo studente universitario 19enne Ali Ismail Korkmaz è morto in ospedale, dopo che il 2 giugno era stato picchiato brutalmente da un gruppo di persone in abiti civili, mentre fuggiva dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia a Eskisehir. Per la sua morte non è stato effettuato nessun fermo. Le altre persone morte durante le proteste nate dall’opposizione al piano di ammodernamento della piazza Taksim a Istanbul sono tre dimostranti e un poliziotto.