Egitto, ElBaradei premier ad interim, poi Mansour smentisce nomina

Il Cairo (Egitto), 6 lug. (LaPresse/AP) – Nuova giornata di tensione in Egitto. Dopo il ‘venerdì del rifiuto’ indetto ieri dai Fratelli musulmani, che ha lasciato sul terreno almeno 36 morti e 1.076 feriti, i sostenitori e gli oppositori di Mohammed Morsi sono scesi nuovamente in piazza in diverse zone del Cairo ma al momento non si hanno notizie di scontri. Il presidente ad interim Adly Mansour ha intanto annunciato la nomina di Mohamed ElBaradei come premier ad interim, salvo poi smentirla in serata tramite un suo portavoce dicendo che le consultazioni proseguono. Stamattina Mansour aveva avuto una serie di incontri di alto profilo, prima con il ministro della Difesa Abdel-Fattah el-Sissi e con il ministro dell’Interno e responsabile della polizia Mohammed Ibrahim, e poi con i rappresentanti del gruppo Tamarod, che ha organizzato le proteste di piazza contro Morsi. Intanto nel Sinai del Nord un prete cristiano copto è stato ucciso da uomini armati, ma non è chiaro se si tratti di un’aggressione legata alla crisi politica in corso.

ELBARADEI PREMIER AD INTERIM, POI DIETROFRONT. La notizia della nomina di Mohamed ElBaradei come primo ministro ad interim è arrivata nel tardo pomeriggio e ad annunciarla è stato un portavoce del Fronte di salvezza nazionale, il principale raggruppamento dell’opposizione egiziana. Il giuramento era atteso in serata alla presenza di Mansour, ma in tarda serata il portavoce del presidente ha fatto dietrofront dicendo che la nomina non è stata effettuata e aggiungendo che le consultazioni proseguono. Pare che la nomina sia saltata per l’opposizione del partito salafita el-Nour. ElBaradei, leader riformista, ha guidato sia l’opposizione a Hosni Mubarak, cacciato con la rivolta popolare del 2011, sia successivamente l’opposizione al presidente islamista Mohammed Morsi, destituito mercoledì dall’esercito. Premio Nobel per la Pace nel 2005, ElBaradei è stato fino al 2009 direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). La scelta di lui come primo ministro aveva però provocato lo scontento dei Fratelli musulmani.

MANSOUR: SERVE RICONCILIAZIONE NAZIONALE. In una breve intervista concessa al quotidiano indipendente El-Tahrir dopo la preghiera del venerdì in una moschea del Cairo, dove è comparso nella sua prima apparizione pubblica dal giuramento, il presidente Mansour ha sottolineato la necessità di una riconciliazione nazionale, affermando che “l’Egitto è per tutti”. I toni sembrano però non placarsi e nel pomeriggio, in un intervento tenuto davanti ai sostenitori di Morsi nel quartiere di Nasr City al Cairo, un alto funzionario del Partito libertà e giustizia legato ai Fratelli musulmani Abdullah Shehatah ha detto che “il popolo qui e in tutte le piazze d’Egitto è pronto al martirio per ripristinare la legge”. Il politico ha definito illegali sia il colpo di Stato che le istituzioni ora in carica.

I PRO MORSI A NASR CITY, I CONTRARI A HELIOPOLIS. Al Cairo oggi sono tornati in strada migliaia di sostenitori e oppositori del presidente egiziano destituito Mohammed Morsi. Dopo i 36 morti registrati tra ieri sera si temevano ulteriori violenze, ma al momento non se ne sono verificate. Le vittime delle ultime ore hanno portato a 75 i morti in Egitto dalla scorsa settimana. I pro Morsi si sono raccolti nel sobborgo est di Nasr City, tradizionalmente una roccaforte dei Fratelli musulmani, nei pressi della moschea di Rabia al-Adwaiya, e qui le forze di sicurezza hanno incrementato la loro presenza lasciando intravedere la possibilità di una repressione. Raduni più piccoli di sostenitori di Morsi si sono formati in altre zone del Cairo, comprese circa duemila persone fuori dal quartier generale della Guardia repubblicana, teatro ieri di una sparatoria e luogo in cui Morsi è stato inizialmente confinato dall’esercito prima di essere portato agli arresti in una struttura del ministero della Difesa in una località ignota.

Gli oppositori di Morsi si sono raccolti invece nel distretto di Heliopolis, il quartiere in cui si trova anche il palazzo presidenziale. I manifestanti cantano slogan contro il presidente deposto e suonano claxon in segno di apprezzamento per i posti di blocco allestiti dall’esercito. I contrari a Morsi hanno indetto nuove manifestazioni di massa per difendere quelle che definiscono “le vittorie del 30 giugno”, riferendosi all’inizio delle massicce proteste per chiedere le dimissioni di Morsi, nel primo anniversario del suo insediamento alla presidenza. Nella capitale egiziana, tuttavia, c’è meno traffico rispetto al solito e sembra che i residenti abbiano scelto di rimanere a casa nel timore dell’esplodere di nuove violenze.

UCCISO PRETE COPTO NEL SINAI. Intanto l’attenzione è alta nel Sinai, dove oggi un prete cristiano copto è stato assassinato da uomini armati mentre comprava del cibo in un mercato all’aperto. La vittima è stata identificata come Mina Aboud, di 39 anni. Potrebbe trattarsi della prima aggressione settaria dalla destituzione del presidente islamista Mohammed Morsi da parte dell’esercito, avvenuta mercoledì 3 giugno. Al momento non c’è però alcuna conferma che la sua uccisione sia legata alla crisi politica in corso. Attacchi contro membri delle minoranze si sono verificati da parte degli islamisti in almeno altre tre province nel sud del Paese. I Fratelli musulmani hanno duramente criticato il Papa copto Tawadros, leader spirituale degli otto milioni di cristiani d’Egitto, per la benedizione che ha dato alla rimozione di Morsi e per avere partecipato all’annuncio della sospensione della Costituzione fatto dal comandante delle forze armate, il generale Abdel Fattah al-Sisi. I cristiani costituiscono il 10% della popolazione egiziana.