Mosca (Russia), 1 lug. (LaPresse/AP) – Edward Snowden ha presentato richiesta di asilo politico a 15 Paesi, anche alla Russia. Gli Usa hanno annullato il passaporto dell’ex contractor della National security agency (Nsa) che ha portato alla luce i programmi di sorveglianza del governo americano, mentre l’Ecuador dove sperava di trovare asilo è reticente a concederglielo. Dal 23 giugno Snowden si trova quindi nella zona transiti dell’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, dove è arrivato da Hong Kong e da cui non è mai uscito per non entrare in territorio russo.
L’agenzia di stampa russa Interfax, citando il funzionario consolare russo Kim Shevchenko, incaricato del consolato all’aeroporto Sheremetyevo, ha spiegato che a presentare la domanda di asilo alla Russia è stata la sua rappresentante Sarah Harrison. La domanda risale a domenica. Intanto, il Los Angeles Times ha dato poco prima la notizia che Snowden ha chiesto asilo politico a 15 Paesi, citando una fonte ufficiale del ministero degli Esteri russo. Questi ha definito la richiesta “una misura disperata” da parte di Snowden, ricercato negli Usa.
“Nel documento – ha detto la fonte – Snowden ha ribadito ancora una volta di non essere un traditore e spiegato che le sue azioni sono state dettate solo dalla volontà di aprire al mondo gli occhi sulle flagranti violazioni da parte dei servizi segreti Usa, non solo per i cittadini americani ma anche per quelli dell’Unione europea inclusi gli alleati Nato”. La fonte non ha rivelato quali siano i 15 Paesi.
Poco prima che emergesse la notizia di richiesta di asilo a Mosca, il presidente Vladimir Putin aveva detto che se Snowden vorrà rimanere in Russia deve smettere di danneggiare gli Usa diffondendone segreti degli Stati Uniti. Ha spiegato che l’ex contractor della National security agency (Nsa) si considera un “nuovo dissidente” e si è paragonato al premio Nobel per la Pace Andrei Sakharov. “Se vuole andare da qualche parte e c’è qualcuno che lo accoglie, è il benvenuto a farlo. Se vuole stare qui, c’è una condizione: deve fermare le sue attività volte a infliggere danni ai nostri partner americani, non importa quanto strano possa suonare alle mie labbra”, ha proseguito il capo del Cremlino. “Proprio perché si considera un difensore dei diritti umani – ha aggiunto Putin, che oggi ospitava un vertice dei Paesi esportatori di gas, con i leader di Venezuela, Bolivia e Iran – (Snowden, ndr) non sembra avere intenzione di fermare questo tipo di lavoro”.