Brasilia (Brasile), 22 giu. (LaPresse/AP) – “Incontrerò i leader delle proteste pacifiche. Voglio che le istituzioni siano più trasparenti, più capaci di resistere ai misfatti. È la cittadinanza, e non il potere economico, a dover essere ascoltato per primo”. Così, in un discorso alla nazione tenuto nella notte italiana, la presidente del Brasile Dilma Rousseff, si è espressa sull’ondata di manifestazioni che negli ultimi giorni hanno portato oltre un milione di persone in piazza.
MIGLIOREREMO TRASPORTI E SANITA’. Un discorso di dieci minuti in cui la Rousseff ha ricordato le lotte della sua generazione contro la dittatura e ha promesso miglioramenti nei trasporti urbani, con un piano nazionale per i mezzi pubblici, e nella lotta alla corruzione. Oltre ad annunciare che presto incontrerà i leader della protesta, i governatori e i sindaci delle maggiori città, la presidente ha promesso che promuoverà al Congresso un piano per investire nell’educazione tutti i profitti derivanti dalle royalty del petrolio e che porterà medici stranieri nelle aree dove la sanità in Brasile è più carente.
MIA GENERAZIONE HA LOTTATO PER LIBERTA’. “La mia generazione – ha quindi proseguito – ha lottato così tanto affinché la voce delle strade venne ascoltata. Molti sono stati perseguitati, torturati e molti sono morti per questo. La voce della strada deve essere ascoltata e rispettata, e non può essere confusa con il rumore e la crudeltà di alcuni facinorosi”. Dilma Rousseff lottò nelle fila dei ribelli marxisti contro il regime militare in vigore tra il 1964 e il 1985 e venne imprigionata per tre anni, durante cui fu anche torturata.
LE PROTESTE. Le grandi manifestazioni di questi giorni stanno avendo luogo in concomitanza con la Confederations Cup di calcio, un preludio dei Mondiali del prossimo anno, che ha attirato nel Paese migliaia di turisti stranieri. E arrivano a un mese dall’attesa visita di Papa Francesco. Molti tra i dimostranti lamentano che il governo abbia speso e investito troppo sulle grandi manifestazioni sportive che ospiterà il Brasile, tra cui proprio i Mondiali di calcio nel 2014 e i Giochi olimpici di Rio 2016. Tra i motivi che hanno innescato le contestazioni, l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici.
OGGI ATTESE NUOVE MANIFESTAZIONI. Dopo la grande protesta di giovedì, quando oltre un milione di persone sono scese in piazza in 80 città, alcune proteste si sono registrate anche ieri, con circa mille persone che hanno marciato nella zona ovest di Rio de Janeiro, saccheggiando alcuni negozi e un invadendo grande centro espositivo rimasto vuoto dopo anni di costruzione. Alcuni manifestanti hanno lanciato pietre contro gli agenti, che hanno risposto con gas lacrimogeni. Proteste si sono avute anche a Ipanema, nei pressi della casa del governatore di Rio, Sergio Cabral, quindi a San Paolo, dove è stato bloccato il traffico ma non si sono registrate nuove violenze, e a Fortaleza. Per oggi i manifestanti hanno convocato nuove dimostrazioni in dieci città. Finora sono due le vittime dei disordini, un uomo morto a San Paolo giovedì dopo essere stato investito da un’auto e, secondo quanto riportano i media locali, una donna di 54 anni deceduta ieri dopo aver inalato gas lacrimogeni.
VESCOVI: SOLIDARIETA’ A DIMOSTRANTI. E intanto ieri i manifestanti hanno incassato l’appoggio della Conferenza episcopale del Brasile, che ha fatto sapere di esprimere “solidarietà e sostegno verso le dimostrazioni, fino quando rimarranno pacifiche”. “Questo – hanno detto i vescovi in un comunicato – è un fenomeno che coinvolge la popolazione brasiliana e il risveglio di una nuova coscienza. Le proteste dimostrano a tutti noi che non possiamo vivere in un Paese con così tante disuguaglianze”.