Lucknow (India), 21 giu. (LaPresse/AP) – Almeno 224 persone sono morte in seguito alle piogge monsoniche che hanno colpito il nordest dell’India. Come riferisce il ministro dell’Interno Sushilkumar Shinde, nello Stato di Uttrakhand, dove si sono registrate forti inondazioni e frane, le vittime sono 207. Secondo il ministro, tuttavia, il bilancio delle vittime potrebbe crescere dato che i soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere molte zone rimaste bloccate. Altre 17 persone sono morte a causa del crollo di edifici nel vicino Stato di Uttar Pradesh. Finora, ha riferito Shinde, circa 34mila persone hanno dovuto lasciare le proprie case e altre 50mila restano intrappolate a causa di smottamenti e allagamenti. La maggior parte sono pellegrini indù che stavano visitando quattro importanti templi situati nella zona.
Intanto, spiega Rajiv Swaroop della polizia, 40 corpi senza vita sono stati recuperati dal Gange vicino alla città di Haridwar. Il portavoce delle autorità di Uttrakhand, Amit Chandola, sottolinea che le operazioni di soccorso sono incentrate sull’evacuazione di quasi 27mila persone bloccate nella zona del tempio di Kedarnath, dedicato a Shiva e situato nella catena di Garhwal Himalaya. Il santuario ha subito lievi danni, ma la zona circostante è stata ricoperta da uno strato di detriti alto 4 metri.
Migliaia di soldati stanno lavorando nella regione per raggiungere i villaggi e le città più colpite e oltre duemila veicoli stanno trasportando i pellegrini indù rimasti bloccati. Secondo un funzionario dello Stato, Rakesh Sharma, i morti potrebbero divenire migliaia, ma il bilancio complessivo sarà noto soltanto quando saranno completate le ricerche in tutta la regione. Gli allagamenti hanno distrutto molte strade, più di 20 ponti e almeno 365 case, danneggiandone altre 275. Intanto centinaia di persone che stanno cercando i familiari dispersi hanno manifestato a Dehradun, la capitale dell’Uttrakhand, dove i sopravvissuti sono stati trasportati in elicottero. I dimostranti accusano il governo di non aver fatto abbastanza per evacuare le persone bloccate nelle zone isolate.