Atene (Grecia), 17 giu. (LaPresse/AP) – Crisi di governo evitata, almeno per ora, e qualche speranza in più per il futuro della televisione pubblica. In serata il Consiglio di Stato della Grecia ha deciso con una sentenza provvisoria che il decreto ministeriale con cui il governo di Antonis Samaras aveva ordinato la settimana scorsa di spegnere il segnale di Ert è stato illegale, e ordinato l’immediata ripresa delle trasmissioni. Tuttavia, la corte ha stabilito che è comunque un diritto dell’esecutivo chiudere la compagnia.
Alcune ore dopo, dopo un lungo colloquio tra i partner di governo, i leader di Pasok e Sinistra democratica, i due partner di Nuova democrazia del primo ministro Samaras, hanno fatto sapere che continueranno le discussioni su come mantenere in vita la televisione e la radio Ert finché non sarà creata una nuova emittente pubblica. Il premier aveva giustificato la decisione di procedere alla chiusura (che comporta il licneziamento di quasi 2.700 dipendenti) come parte delle misure di austerità chieste dai creditori internazionali.
In serata, fuori dal Parlamento, nella centrale piazza Syntagma, si è tenuta una grande manifestazione dell’opposizione contro il decreto governativo. “Sei finito, signor Samaras. Hai imbarazzato il Paese a livello internazionale. Sei disperato e solo”, ha detto alla folla di migliaia di persone Alexis Tsipras, leader di Syriza, partito di sinistra all’opposizione, che ha chiesto elezioni anticipate.
Soddisfazione per la decisione del tribunale arriva intanto da tutto il mondo. “La corte di giustizia greca – ha commentato il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti – ha annullato il decreto con il quale il premier Samaras aveva deciso, senza preavviso e senza neppure il consenso della sua maggioranza, di chiudere la tv pubblica Ert e di far disattivare gli impianti dalla polizia. Un episodio gravissimo e senza precedenti. La decisione di oggi rappresenta una vittoria per chiunque creda nel valore della legalità e della libertà di informazione”.