Istanbul (Turchia), 11 giu. (LaPresse/AP) – La polizia in assetto antisommossa è entrata questa mattina presto in piazza Taksim a Istanbul, sparando gas lacrimogeni, proiettili di gomma e usando cannoni ad acqua contro i dimostranti che vi erano accampati. La gran parte di questi è fuggita nel Gezi Park, ma alcuni hanno risposto con lanci di petardi, bottiglie molotov e pietre. Prima dell’irruzione, avevano alzato barricate improvvisate per tentare di fermarli, distrutte e rimosse con ruspe e camion della raccolta spazzatura.
Il governatore della città, Huseyin Avni Mutlu, ha scritto su Twitter che l’obiettivo dell’operazione non è sgomberare la piazza, al centro delle proteste antigovernative oggi al dodicesimo giorno, ma rimuovere gli striscioni issati su edifici e statue. I dimostranti, ha scritto, non saranno toccati dalla polizia. Gli striscioni e i cartelli sono stati rimossi e sostituiti con una grande bandiera nazionale e con un ritratto di Mustafa Kemal Ataturk, fondatore della Repubblica 89 anni fa. I cartelli, ha dichiarato in una nota l’ufficio del governatore, facevano sembrare che la piazza fosse “occupata”, avevano “un effetto negativo sull’immagine del Paese agli occhi dell’opinione mondiale e causavano reazioni imprevedibili dall’interno della società”.
Intanto, nella notte di ieri circa 5mila persone hanno di nuovo manifestato ad Ankara, dove la polizia ha usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperderle. Oggi è il dodicesimo giorno di proteste antigovernative in Turchia, iniziate il 31 maggio con un sit-in contro l’abbattimento di alberi nel parco Gezi di Istanbul. La dura risposta della polizia aveva scatenato la rabbia popolare, facendo scendere in piazza la gente in quasi 80 città. La protesta ambientalista si è presto trasformata in antigovernativa, contro il premier Recep Tayyip Erdogan accusato di deriva autoritaria e islamista. Ieri Erdogan ha annunciato che domani incontrerà i dimostranti di Istanbul, a seguito di una loro richiesta.
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