Mali, esercito attacca tuareg laici Mnla e riconquista città Anefis

Bamako (Mali), 5 giu. (LaPresse/AP) – Dopo una giornata di scontri, l’esercito del Mali ha ripreso il controllo della città di Anefis, prima in mano dei ribelli tuareg del Movimento di liberazione nazionale dell’Azawad. Lo conferma il leader dell’Mnla, Ibrahim Ag Mohamed Assaleh, spiegando che i combattenti sono stati costretti a ritirarsi dalla città, presa dalle forza armate. Due combattenti, aggiunge, sono stati uccisi negli scontri iniziati nelle prime ore della mattina. Uno dei loro veicoli è stato inoltre distrutto. Dalla capitale Bamako, anche il portavoce dell’esercito, il colonnello Souleymane Maiga, che guida l’ufficio delle relazioni pubbliche delle forze armate, conferma la presa della città. Ma sostiene che il bilancio delle vittime è destinato a crescere.

Un anno fa l’Mnla costrinse l’esercito a ritirarsi da più di metà del territorio del Paese. Guidato dai tuareg laici che accusano il governo centrale di aver marginalizzato e ignorato la popolazione nomade, il Movimento dichiarò anche brevemente l’indipendenza nel nord, prima di essere cacciato da gran parte del territorio da un gruppo di tre formazioni legate ad al-Qaeda. I jihadisti hanno governato il nord del Mali per quasi dieci mesi fino a gennaio scorso, quando la Francia ha lanciato un’azione armata per fermare l’avanzata dei militanti.

Con l’aiuto dell’esercito francese, le forze armate del Mali sono riuscite a riprendere le città di Timbuctù e Gao. Ma non Kidal,a 113 chilometri da Anefis, che presto è caduta nella mani dell’Mnla. Prendendo una decisione che ha creato una divisione tra Mali e Francia, i soldati di Parigi erano infatti in grado liberare Kidal ma non sono intervenuti quando un battaglione dell’Mnla è rientrato alla sua vecchia roccoforte. Kidal e la regione circostante sono ora uno Stato tuareg de facto.

Proprio su questo punto è intervenuto oggi il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius. “Contrariamente a quanto è stato detto – ha affermato Fabius, intervistato dalla televisione nazionale – non c’è collusione tra il Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad e la Francia, o l’esercito francese. Speriamo semplicemente che le decisioni nazionali e internazionali vengano rispettate, in modo che le elezioni si tengano (in tutto il Mali, ndr) alla fine di luglio, in particolare a Kidal, che ci sia un dialogo, e che il dialogo avverrà una volta che il presidente sarà eletto”. Il ministro ha dato soprattutto grande importanza al processo elettorale. “Le persone del nord, in particolare i tuareg – ha aggiunto Fabius – chiedono una discussione, legittima, con le autorità. Ma ci potrà essere una profonda discussione con le autorità solo quando avremo una nuova autorità. E questo dipende dalle elezioni”.

Dura la condanna del gruppo all’attacco. In una nota pubblicata sul proprio sito internet, l’Mnla e l’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad scrivono di voler rendere nota alla comunità internazionale la “deliberata aggressione condotta dall’esercito del Mali e dalla milizie contro le loro posizioni militari” in un momento in cui ci si stava avvicinando a nuove negoziazioni, previste per il “7 giugno”. Questo atto di aggressione, si legge nella nota, “conferma ancora una volta che il governo di transizione non è né per la pace, né per le elezioni legittime”.