Kerry: Stop a colonie, per Israele e Anp è momento di scelte difficili

Tel Aviv (Israele), 24 mag. (LaPresse/AP) – Israele e Anp “sanno quali sono le loro possibilità. Sanno cosa è necessario per andare avanti, ed è tempo che i governi prendano le loro decisioni”. Lo ha detto il segretario di Stato degli Usa John Kerry, in visita a Tel Aviv, dove questa mattina ha nuovamente incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyhau, già visto ieri, e in un secondo momento il premier palestinese uscente Salam Fayyad. Ora, ha detto Kerry, tocca ai leader di Anp e Israele agire, consapevoli che si sta andando “verso un momento in cui devono essere prese decisioni difficili”.

Il segretario di Stato ha poi parlato del delicato tema delle colonie. “La posizione degli Usa rispetto agli insediamenti – ha detto – è chiara e non è cambiata. Crediamo che debbano essere fermati. Questa è una posizione coerente non solo da parte degli Stati Uniti, ma anche della comunità internazionale”. Israeliani e palestinesi, ha quindi aggiunto, devono rimanere concentrati sull’obiettivo più ampio di riprendere i negoziati diretti di pace. Netanyhau, ha proseguito Kerry, può fermare solo alcuni degli insediamenti costruiti nei territori contesi, e in quei casi deve agire. Diversamente dai precedenti incontri nell’area, Kerry non ha tuttavia chiesto esplicitamente un pieno congelamento delle colonie.

Ieri il segretario di Stato aveva lodato il premier israeliano per la “serietà” con cui sta cercando di far riprendere i colloqui di pace. E poi si era recato a Ramallah per incontrare il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas. Tuttavia, il viaggio di Kerry in Medioriente, il quarto da febbraio, è sembrato portare pessimismo nei funzionari palestinesi in merito alle speranze di pace. Questi hanno fatto sapere di voler riprendere la campagna per entrare a fare parte come membro a tutti gli effetti di organizzazioni internazionali di rilievo già all’inizio del prossimo mese.

I palestinesi hanno elogiato le iniziative di Kerry, ma hanno sottolineato che finora ci sono stati pochi progressi in vista del 7 giugno, data che considerano una scadenza per nuove azioni. Funzionari dell’Anp stanno già lavorando su una strategia “del giorno dopo”. “Non abbiamo aspettative illusorie, conosciamo l’immensità degli ostacoli”, ha detto il funzionario Hanan Ashrawi. “Se questo non funzionerà – ha aggiunto – abbiamo ovviamente i nostri piani”. I palestinesi si rifiutano di ritornare al tavolo dei negoziati se gli israeliani non bloccheranno le costruzioni di insediamenti nei territori occupati durante la guerra dei Sei giorni nel 1967.