Medioriente, incontro Kerry-Netanyahu per far ripartire colloqui pace

Gerusalemme, 23 mag. (LaPresse/AP) – Il segretario di Stato Usa John Kerry ha incontrato a Gerusalemme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nell’ambito degli sforzi mirati a far ripartire i colloqui di pace con i palestinesi. Kerry ha elogiato la “serietà” di Netanyahu per quanto riguarda la volontà di ravvivare il processo di pace e ha espresso ottimismo, senza tuttavia illustrare una strategia concreta.

“Conosco questa regione abbastanza bene da sapere che c’è scetticismo, che in alcuni ambienti c’è cinismo e che questi sentimenti sono motivati, ci sono stati anni amari di delusione”, ha affermato il segretario di Stato Usa. “La nostra speranza – ha aggiunto – è che essendo metodici, prudenti, pazienti, ma al tempo stesso concreti e tenaci, potremo preparare una strada che potrà sorprendere le persone ed esaurire le possibilità di pace. È su questo che stiamo lavorando”.

Prima dei colloqui Netanyahu aveva detto che avrebbe parlato con Kerry delle preoccupazioni riguardanti l’Iran e la Siria. “Ma prima di tutto – ha precisato – vogliamo far ripartire i colloqui di pace con i palestinesi. Lo voglio io, lo volete voi, e spero che lo vogliano anche i palestinesi. Dovremmo avere successo per un motivo semplice: dove c’è la volontà, si trova una soluzione”. Dopo le discussioni con Netanyahu, Kerry si è recato a Ramallah per incontrare il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas. Si tratta della quarta visita del segretario di Stato Usa nella regione da quando ha assunto l’incarico a febbraio scorso.

I palestinesi hanno elogiato le iniziative di Kerry, ma hanno sottolineato che finora ci sono stati pochi progressi in vista del 7 giugno, data che considerano una scadenza per nuove azioni. Funzionari dell’Anp stanno già lavorando su una strategia “del giorno dopo”. “Non abbiamo aspettative illusorie, conosciamo l’immensità degli ostacoli”, ha detto un funzionario palestinese, Hanan Ashrawi. “Se questo non funzionerà – ha aggiunto – abbiamo ovviamente i nostri piani”. I palestinesi si rifiutano di ritornare al tavolo dei negoziati se gli israeliani non bloccheranno le costruzioni di insediamenti nei territori occupati durante la guerra dei sei giorni nel 1967.