Washington (Usa), 20 mag. (LaPresse/AP) – “Apprezziamo molto gli sforzi della vostra leadership mirati a guidare la Birmania in una nuova direzione e vogliamo che sappiate che gli Stati Uniti faranno il possibile per aiutarvi su questa lunga e a volte difficile, ma in definitiva giusta strada”. Così il presidente Usa Barack Obama durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo birmano Thein Sein nello Studio ovale della Casa Bianca. “Come ha ammesso per primo il presidente Sein – ha proseguito Obama – si tratta di un lungo viaggio, e c’è ancora molto lavoro da fare”. Quella di oggi è stata la prima visita ufficiale di un leader birmano in Usa negli ultimi 47 anni.
Il presidente americano ha fatto riferimento al rilascio di prigionieri politici, le elezioni parlamentari e gli sforzi mirati a risolvere i conflitti a sfondo etnico, e ha detto di aver parlato con il leader birmano della liberazione di altri detenuti e di riforme istituzionali. “Come avevo indicato al presidente Sein – ha aggiunto il numero uno della Casa Bianca – i Paesi che hanno successo sono i Paesi che sfruttano i talenti di tutti i cittadini e rispettano i diritti di tutte le persone. E sono fiducioso che se la Birmania seguirà questa ricetta, non sarà soltanto una democrazia di successo, ma anche una fiorente economia”.
Dal canto suo, il presidente birmano ha ammesso la difficoltà del compito che si trova davanti. “Ci attende un compito scoraggiante. Avremo bisogno dell’aiuto e della comprensione della comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti”, ha affermato Thein Sein, esprimendo gratitudine per l’invito a Washington, e ammettendo che il suo Paese deve ancora imparare molto sui processi democratici. Tra i problemi più gravi della Birmania, Sein ha citato la povertà.
Alcuni attivisti si erano opposti alla visita in Usa, preoccupati per il rispetto dei diritti umani nel Paese asiatico. In merito al tema, Obama ha detto di aver espresso a Sein preoccupazioni per le violenze contro i musulmani in Birmania, sottolineando che “le evacuazioni forzate e le violenze nei loro confronti devono finire”.