Baghdad (Iraq), 20 mag. (LaPresse/AP) – Giornata di sangue in Iraq. Numerose autobombe sono esplose e attacchi sono stati portati a termine in tutto il Paese, provocando complessivamente 95 morti e oltre 250 feriti. Attacchi si sono verificati a Bassora, Baghdad e Balad, ma anche a Samarra e nella provincia di Anbar. Prese di mira aree sia sciite sia sunnite. Gli attacchi portano a più di 200 il bilancio dei morti da mercoledì ad oggi in tutto il Paese.
GLI ATTACCHI NELLA CAPITALE. A Baghdad sono esplose dieci autobombe. A essere colpiti mercati, stazioni di bus e strade di quartieri sciiti. Qui il bilancio è di almeno 48 morti e più di 150 feriti. Il peggior attacco è avvenuto nel quartiere sciita di Shaab, dove 14 persone hanno perso la vita e 24 sono rimaste ferite.
AUTOBOMBE A BASSORA. A Bassora, nel sud del Paese, due autobombe hanno provocato la morte di almeno 13 persone e il ferimento di altre 40. Le macchine sono esplose vicino a un ristorante e a una fermata dei bus.
TRE MORTI A SAMARRA. Nella città di Samarra un’autobomba è scoppiata vicino a un raduno di miliziani sunniti filogovernativi, uccidendone tre e ferendone altri 13.
UCCISI 8 POLIZIOTTI IN PROVINCIA ANBAR. Nella provincia di Anbar uomini armati hanno assaltato due pattuglie di polizia vicino alla città di Haditha, uccidendo otto poliziotti.
14 PELLEGRINI MORTI A BALAD. Tredici pellegrini iraniani e uno iracheno sono morti in seguito all’esplosione di un’autobomba vicino a un bus su cui viaggiavano, a Balad, a 80 chilometri a nord rispetto alla capitale. Secondo quanto riferisce un ufficiale di polizia, nello scoppio sono anche rimaste ferite nove persone.
AUTOBOMBA A HILLAH UCCIDE 9 PERSONE. In serata, nove persone sono morte a altre 26 sono rimaste ferite in seguito all’esplosione di una autobomba parcheggiata a Hillah, nel sud del Paese.
IL RIESPLODERE DELLE VIOLENZE SETTARIE. Nell’ultima settimana si è registrato un aumento degli attentati che prendono di mira civili sia sciiti sia sunniti. Le stragi hanno sollevato il timore di un ritorno alla diffusa violenza settaria del periodo tra 2006 e 2007, quando il Paese arrivò sull’orlo di una guerra civile. Le tensioni si sono intensificate in Iraq da quando la minoranza sunnita del Paese ha cominciato a protestare denunciando di subire un trattamento discriminatorio da parte del governo a guida sciita. Le proteste, cominciate a dicembre, sono state in gran parte pacifiche, ma il numero degli attacchi è aumentato improvvisamente dopo la repressione cruenta di una protesta in un campo sunnita nel nord del Paese, lo scorso 23 aprile. Gli sciiti ricoprono le principali leve del potere nell’era post Saddam Hussein.