Washington (Usa), 14 mag. (LaPresse/AP) – Associated Press è stata spiata dal dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, che ha ottenuto i dati relativi a due mesi di telefonate dell’anno scorso in quella che i vertici di AP hanno definito “una intrusione massiccia e senza precedenti” nel lavoro giornalistico. L’agenzia di stampa è stata informata venerdì con una lettera inviata dallo U.S. Attorney di Washington, Ronald Machen. Si tratta delle registrazioni di chiamate in uscita da numeri di lavoro e personali di singoli reporter, oltre che degli uffici di New York, Washington e Hartford, in Connecticut. Il governo si è procurato anche registrazioni dal numero principale di AP nella sala stampa della Camera dei rappresentanti. Non è chiaro se siano state controllate anche le chiamate in entrata.
I TELEFONI CONTROLLATI. In totale il governo ha ottenuto i tabulati di oltre 20 linee telefoniche riconducibili ad AP e a suoi giornalisti nel periodo compreso fra aprile e maggio del 2012. Non è chiaro quanti giornalisti abbiano utilizzato quelle linee nel periodo di riferimento, ma negli uffici i cui numeri sono stati presi di mira lavorano oltre 100 reporter, che si occupano di una vasta gamma di notizie relative al governo ma anche ad altre questioni.
LA NOTIZIA DEL COMPLOTTO DI AL-QAEDA SVENTATO. Nella lettera di notifica ad AP non viene fornita alcuna motivazione dell’intrusione. In passato, però, alcuni funzionari pubblici avevano detto che la procura degli Stati Uniti stava indagando su una notizia pubblicata da AP il 7 maggio 2012, in cui si rivelavano i dettagli di un’operazione della Cia in Yemen grazie alla quale era stato sventato un attentato terroristico di al-Qaeda che doveva avvenire in prossimità dell’anniversario dell’uccisione di Osama bin Laden: scopo dell’indagine era capire chi avesse potuto fare uscire la notizia. Il complotto prevedeva di fare esplodere una bomba su un aereo diretto negli Stati Uniti. In una testimonianza a febbraio, il direttore della Cia John Brennan aveva riferito di essere stato interrogato dall’Fbi per capire se fosse lui la fonte di AP, cosa che lui aveva negato. Brennan aveva anzi definito la diffusione di quella notizia ai media “una rivelazione non autorizzata e pericolosa di informazioni classificate”. Tra i numeri spiati ci sono quelli di cinque giornalisti e di un responsabile coinvolti nella notizia del 7 maggio 2012.
AP: INTRUSIONE INGIUSTIFICABILE. Il presidente e ceo di AP, Gary Pruitt, ha inviato lunedì una lettera di protesta all’Attorney General degli Stati Uniti Eric Holder, a capo del dipartimento della Giustizia. Pruitt afferma che il governo ha cercato e ottenuto informazioni che vanno ben al di là di qualsiasi cosa giustificabile da ogni tipo di indagine specifica e ha chiesto la restituzione dei dati e la distruzione di tutte le copie. “Non può esserci alcuna giustificazione possibile per una tale raccolta eccessiva di comunicazioni telefoniche di Associated Press e dei suoi giornalisti”, si legge nella lettera del presidente di AP. “Queste registrazioni rivelano potenzialmente comunicazioni con fonti confidenziali all’interno di tutte le attività di raccolta delle notizie intraprese da a AP in due mesi, fornendo una road map delle operazioni di newsgathering di AP e rivelando informazioni sulle sue attività, che il governo non ha alcun concepibile diritto di conoscere”, prosegue.
CASA BIANCA: NON INFORMATI. La Casa Bianca, da parte sua, ha fatto sapere di non essere a conoscenza dei tentativi del dipartimento della Giustizia americano di controllare i dati telefonici di Associated Press, se non per quanto emerso dalle notizie di stampa. “Non siamo coinvolti nelle decisioni prese in relazione alle indagini, perché queste faccende sono gestite in modo indipendente dal dipartimento della Giustizia”, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.
LE REGOLE SUI DATI TELEFONICI DELLA STAMPA. In passato è successo che i procuratori chiedessero le registrazioni di giornalisti, ma la quantità di dati ottenuta in questo caso è insolita e comprende una serie varia di uffici di AP, compreso il centralino generale e una linea di fax. Si presume che le registrazioni siano state ottenute dalle compagnie telefoniche quest’anno, ma la lettera di notifica del governo non lo specifica. Dalla comunicazione, inoltre, non si evince in alcun modo che le attuali conversazioni telefoniche possano essere sotto controllo. In base ai regolamenti pubblicati dal dipartimento della Giustizia, le richieste di ottenere registrazioni relative a gruppi editoriali giornalistici devono essere approvate personalmente dall’Attorney general, ma non si sa se in questo caso sia stato così. Inoltre le norme del dipartimento in merito sono molto rigide. Un mandato di consegna dei dati telefonici, per le organizzazioni di stampa, può essere presentato solo dopo aver compiuto “tutti i ragionevoli tentativi” per ottenere le stesse informazioni da altre fonti, recitano le regole. Normalmente le ditte giornalistiche devono essere avvisate preventivamente che il governo intende ottenere le registrazioni telefoniche e a quel punto si dovrebbe cominciare a trattare sulle informazioni desiderate. In questo caso, però, nella lettera ad AP il governo cita un’eccezione che permette di evitare la notifica anticipata se può “porre una minaccia sostanziale all’integrità delle indagini”. L’amministrazione Obama lotta in modo aggressivo contro la rivelazione di informazioni riservate ai media e ha aperto finora sei casi contro persone sospettate di avere fornito dati classificati, più che sotto tutti gli altri presidenti Usa insieme.
IMPORTANZA DELLA NOTIZIA DEL 7 MAGGIO 2012. La notizia di AP che potrebbe essere legata all’intrusione rivelava appunto i dettagli di un’operazione della Cia in Yemen che aveva sventato un attacco programmato da al-Qaeda in coincidenza con l’anniversario della morte di Bin Laden. La notizia era significativa per due motivi: in primo luogo per la sua gravità in sé e in secondo luogo perché la Casa Bianca aveva detto precedentemente di “non avere informazioni credibili che organizzazioni terroristiche, compresa al-Qaeda, stessero organizzando attacchi negli Stati Uniti in coincidenza con l’anniversario della morte di Bin Laden (il 2 maggio)”. AP ritardò la pubblicazione della notizia su richiesta di funzionari del governo, che avevano sottolineato come la sua diffusione prima avrebbe potuto mettere a rischio la sicurezza nazionale. La storia fu pubblicata il 7 maggio 2012, una volta che i funzionari dissero che quelle preoccupazioni si erano placate, ma l’amministrazione Obama continuò a richiedere di tenerla da parte in attesa di un annuncio ufficiale. Alla notizia lavorarono i giornalisti Matt Apuzzo e Adam Goldman, con il contributo di Kimberly Dozier, Eileen Sullivan e Alan Fram. Loro e il loro caporedattore, Ted Bridis, sono tra i giornalisti le cui registrazioni telefoniche sono state ottenute dal governo.
INDIGNAZIONE PER LIBERTA’ DI STAMPA. Immediate le reazioni da parte di diversi politici e gruppi per la tutela della libertà di stampa. Il senatore Rand Paul, potenziale candidato repubblicano alle presidenziali del 2016, ha detto che “il quarto emendamento non è solo una tutela contro le ricerche non ragionevoli, ma anche una protezione fondamentale di tutti i diritti costituzionali”. La ong American Civil Liberties Union (Aclu) avverte che l’uso di intrusioni del genere sulle registrazioni potrebbe spaventare sia i giornalisti, sia gli informatori che vogliono rivelare violazioni compiute dal governo. “L’Attorney general deve spiegare le azioni del dipartimento della Giustizia in modo che possiamo essere sicuri che intimidazioni del genere alla stampa non avvengano più”, ha detto la direttrice di Aclu, Laura Murphy.