Bulgaria, exit poll: centro-destra in testa con 31%, socialisti 25,3%

Sofia (Bulgaria), 12 mag. (LaPresse/AP) – In Bulgaria il partito di centro destra Gerb dell’ex premier Boiko Borisov è in testa con il 31% dei voti, seguito dal partito socialista al 25,3%. Si tratta dei primi exit poll realizzati da Sova Harris. Anche un altro exit poll, elaborato da Alpha Research, confermerebbe risultati analoghi con il partito Gerb (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria) al 31,1% e i socialisti al 27,1%. Nessuno dei due partiti, dunque, sembra avere ottenuto la maggioranza necessaria a formare un governo.

Oggi 6,9 milioni di aventi diritto al voto sono stati chiamati alle urne per scegliere fra i candidati di 36 partiti nelle elezioni parlamentari. In Parlamento ci sono 240 seggi e, oltre a Gerb e ai socialisti, dovrebbero riuscire a entrare altri cinque partiti. Se il risultato degli exit poll venisse confermato, per la Bulgaria potrebbe aggravarsi la situazione di instabilità economica e finanziaria.

Il Paese è guidato da un governo di transizione da febbraio, quando il premier Borisov si era dimesso a seguito di proteste contro povertà e corruzione, talvolta sfociate in violenze. Borisov, leader di Gerb, aveva portato il partito alla vittoria nel 2009. Nell’ultimo periodo tuttavia il partito è stato attraversato da diversi scandali: la procura ha ipotizzato che il ministro dell’Interno Tsvetan Tsvetanov sia stato responsabile di intercettazioni illegali ai danni di oppositori politici durante il suo mandato; dai media sono emerse inoltre indiscrezioni secondo le quali Borisov avrebbe provato a intervenire nel caso.

Ciò che più ha pesato sul governo di Gerb è stata però la situazione economica. A sei anni dall’ingresso della Bulgaria nell’Ue il Paese, con i suoi 7,3 milioni di abitanti, resta lo Stato membro più povero. I cittadini hanno protestato contro i tagli al sistema sanitario e dell’istruzione, imposti nell’ambito delle misure di austerità per la riduzione del debito. Intanto cresce anche il malcontento per il salario medio, che è il più basso dell’Ue con 400 euro mensili, e per l’inflazione che continua a salire. I bulgari si sentono traditi dalle promesse che l’ingresso nell’Ue avrebbe portato loro un miglioramento della qualità della vita. Oltre il 22% dei cittadini in Bulgaria vive sotto la soglia di povertà e, secondo le statistiche ufficiali, il tasso di disoccupazione ufficiale si attesta al 12%, anche se per gli esperti il tasso reale è di oltre il 18%.

Sulle elezioni di oggi pesa il rischio brogli, tanto che i cinque principali partiti di opposizione hanno chiesto un conteggio indipendente, che sarà compiuto per la prima volta dal 1990 ed è stato affidato all’agenzia austriaca Sora. Il voto è stato monitorato da oltre 250 osservatori internazionali. Ieri le autorità hanno fatto irruzione in una stamperia e hanno sequestrato 350mila schede elettorali stampate illegalmente. Il presidente della Bulgaria, Rosen Plevneliev, ha invitato i cittadini ad andare a votare numerosi in modo da fare emergere eventuali casi di brogli per la presenza di schede aggiuntive stampate illegalmente.