Città del Guatemala (Guatemala), 10 mag. (LaPresse/AP) – L’ex dittatore del Guatemala, Efrain Rios Montt, e il direttore dell’intelligence militare sotto il suo mandato, José Mauricio Rodriguez Sanchez, si sono dichiarati innocenti per l’accusa di genocidio degli indigeni Maya Ixil. Mercoledì i procuratori avevano chiesto condanne a 75 anni di carcere per entrambi, affermando che fossero consapevoli e responsabili del massacro di almeno 1.771 indigeni nelle città di San Juan Cotzal, San Gaspar Chajul e Santa Maria Nebaj. La sentenza potrebbe essere pronunciata oggi, ma non è chiaro quanto i giudici impiegheranno a decidere. Durante l’udienza di ieri l’ex capo di Stato 86enne, al potere grazie a un colpo di Stato dal marzo 1982 fino all’agosto 1983, ha negato di aver ordinato lo sterminio degli indigeni, durante la usa prima testimonianza nel processo, aggiungendo che l’accusa non ha provato la sua partecipazione nei fatti.
“Mi dichiaro innocente. Non è mai stata mia intenzione né mio obiettivo distruggere un intero gruppo etnico”, ha detto davanti ai tre magistrati, mentre molti in aula lo applaudivano. Nel pubblico erano presenti molti rappresentanti degli indigeni, di gruppi per i diritti umani e di studenti, ma anche ex soldati e familiari delle vittime. “Non ho mai ordinato attacchi a una razza specifica. Non l’ho mai fatto e, di tutto quello che è stato detto, nulla evidenzia una mia partecipazione”, ha aggiunto. L’indigeno Ixil Benjamin Geronimo, presidente dell’Associazione giustizia e riconciliazione, ha raccontato in aula di essere sopravvissuto a massacri e omicidi che nella sua comunità hanno causato la morte di 256 persone.
“L’ho visto con i miei occhi, non mentirò. Bambini, donne incinte e anziani sono satti uccisi”, ha detto parlando a nome delle vittime. “E’ più facile per un cammello entrare nella cruna di un ago che per un autore di genocidio entrare nel regno di Dio”, ha detto, provocando urla dal pubblico che chiedeva “giustizia”. Nelle dichiarazioni finali, l’avvocato difensore di Rios Montt, Francisco Garcia Gudiel, ha detto: “Il mio imputato non ha mai ordinato, né condotto, né pianificato, né supervisionato ciò di cui è accusato”.