Xalapa (Messico), 28 apr. (LaPresse/AP) – A un anno esatto dal suo omicidio, 400 persone hanno manifestato oggi per le strade di Xalapa, capitale dello Stato messicano di Veracruz, per ricordare la giornalista Regina Martinez e per chiedere giustizia e maggiore protezione per la stampa. La reporter, corrispondente del giornale Proceso proprio dalla città di Xalapa, venne trovata senza vita nella sua casa, con segni di percosse e soffocamento. Per i fatti le autorità hanno accusato un uomo, Jorge Antonio Hernandez Silva, sospettato di aver ucciso la Martinez durante un tentativo di rapina, e condannato a 38 mesi di carcere. Ma il sospetto ha denunciato di essere stato costretto a confessare dopo diversi giorni di tortura.
Anche per questo i colleghi della giornalista e tutto il mondo della stampa messicana non ci sta e chiede che sia fatta chiarezza. La Martinez era una delle poche reporter messicane che continuava a scrivere della guerra dei narcos, nonostante minacce e violenze. Il suo ultimo articolo riguardava l’arresto di nove ufficiali di polizia, accusati di aver legami con il narcotraffico. Oggi, durante la manifestazione, i partecipanti hanno mostrato cartelli e striscioni, puntando il dito direttamente contro il governo e parlando di “omicidio di Stato”. I colleghi di Regina sostengono inoltre che alcuni ufficiali stiano provando a intimidire coloro che mettono in dubbio la versione ufficiale. Decine di persone hanno manifestato anche a Città del Messico.
“Coloro che sono veramente colpevoli non sono tati identificati”, scrive il giornale Proceso in una nota online. E Mike O’Connor, rappresentante messicano del Comitato per la protezione dei giornalisti, riferisce che anche le autorità hanno dei dubbi. “Il governo federale – spiega – non è convinto che Hernandez Silva sia colpevole, e per questo sta continuando un’indagine molto attiva”.
Meno di una settimana dopo l’uccisione della giornalista messicana, tre reporter locali vennero trovati morti, i corpi smembrati, chiusi in sacchi di plastica e buttati in un canale. Ma non si tratta di casi isolati. Il Messico è uno dei Paesi più pericolosi per i cronisti. Il Comitato per la protezione dei giornalisti riferisce che 12 reporter messicani risultano dispersi tra il 2006 e il 2012 e che 14 sono stati uccisi a causa del loro lavoro. La Commissione per i diritti umani del Messico parla di 81 giornalisti uccisi nel Paese dal 2000.