Baghdad (Iraq), 20 apr. (LaPresse/AP) – Urne aperte in Iraq per le elezioni provinciali. Alto il livello di sicurezza dopo i numerosi attentati delle ultime settimane. Si tratta del primo appuntamento elettorale da quando, alla fine del 2011, le truppe statunitensi hanno lasciato il Paese. Il risultato non inciderà direttamente sul governo nazionale, ma sarà un importante barometro del supporto della popolazione ai vari partiti politici, in vista delle parlamentari in programma nel 2014. Inoltre rappresenta un importante test per l’esercito e la polizia iracheni, che stanno affrontando un forte ritorno del terrorismo.
13,8 MILIONI AL VOTO. Cordoni di sicurezza sono stati disposti nei pressi dei seggi elettorali e solo i veicoli autorizzati possono attraversare le strade nelle maggiori città. Una volta votato, gli elettori bagnano il dito nell’inchiostro, per garantire che il voto sia unico e non ci siano brogli. Sono 13,8 milioni gli avanti diritto chiamati a esprimere la propria preferenza. Il voto si sta tenendo in oltre 5.300 seggi e serve a scegliere i membri dei consigli provinciali in 12 dei 18 governatorati del Paese. Migliaia i candidati di 50 blocchi politici, in corsa per 378 posti. I risultati arriveranno non prima di alcuni giorni. L’ultima volta che in Iraq si è votato per i consigli provinciali era stato il giugno 2009.
I RECENTI ATTACCHI. I militanti hanno intensificato gli attacchi nelle ultime settimane. Almeno 14 candidati sono rimasti uccisi di recente e alcune scuole che avrebbero dovuto ospitare i seggi sono state attaccate con ordigni. Lunedì almeno 55 persone sono rimaste uccise e altre duecento ferite in una serie di attacchi in diverse città. Giovedì sera un attentato suicida ha provocato 32 morti in un bar affollato della capitale.
SPORADICHE VIOLENZE. Ad alcune ore dall’apertura delle urne si ha notizia di sporadiche violenze, ma per ora non di attacchi letali. Colpi di mortaio sono caduti nei pressi dei seggi a Mahmoudiya e Latifiyah, a sud di Baghdad, e a Samarra, a nord della capitale. Granate stordenti sono invece state lanciate vicino ai seggi nelle città di Iskandariyah e Beiji.
GOVERNO: ALLA URNE PER BATTERE TERRORISMO. Il ministro dell’Interno Adnan al-Asadi descrive la situazione della sicurezza per ora come stabile. “Polizia ed esercito – spiega, intervistato dalla televisione di Stato – sono stati dispiegati ovunque per garantire la sicurezza nel giorno elettorale e presso i seggi. Chiediamo a tutti di uscire e andare a votare, perché questo è il miglior modo per combattere il terrorismo”. Un appello a cui ha fatto eco quello del primo ministro Nouri al-Maliki. Il messaggio di oggi – ha detto il premier dopo aver votato al Rasheed Hotel della capitale, nella Zona verde altamente fortificata – è dire ai nemici del processo politico che noi non ci ritireremo. Continueremo a costruire lo Stato dell’Iraq sulla base della democrazia e della libere elezioni”.
VOTO ANTICIPATO PER MILITARI. Gli ufficiali hanno rinviato il voto in due grandi province sunnite, Anbar e Ninevah, teatro di grandi proteste anti-governative, per timori legati alla sicurezza. La regione autonoma curda terrà invece le elezioni a settembre. I membri delle forze di sicurezza e dell’esercito hanno votato la settimana scorsa, in modo da poter essere disponibili oggi e garantire la sicurezza del Paese. In questo voto anticipato si è registrata un’affluenza del 72%.