Caracas (Venezuela), 15 apr. (LaPresse/AP) – Nicolas Maduro ha vinto le elezioni presidenziali del Venezuela. Con un margine ristretto sullo sfidante Henrique Capriles (50,66% contro 49,07%), l’uomo scelto direttamente da Hugo Chavez come suo successore mantiene così aperta la strada bolivariana e socialista del Paese sudamericano. Capriles, candidato della Mesa de la Unidad Democratica, sostenuto dal settore privato, ha fatto sapere che non accetterà il risultato, visto il distacco di meno di 300mila voti da Maduro, e ha chiesto un riconteggio completo delle schede. L’affluenza alle urne è stata del 78%, sotto l’80% registrato al voto del 7 ottobre, che aveva visto Chavez, scomparso il 5 marzo dopo una lunga battaglia contro il cancro, battere lo stesso Capriles con un ampio margine.
E’ VITTORIA DI CHAVEZ. Ieri sera, durante una conferenza stampa appena dopo aver votato, Maduro ha affermato: “Abbiamo un sistema elettorale perfetto: se perdo per un voto perdo, e se vinco per un voto vinco”. Questa vittoria, ha dichiarando parlando alla folla in festa fuori dal palazzo presidenziale a Caracas, è una nuova prova del fatto che Hugo Chavez “continua a essere invincibile, che continua a vincere le battaglie”. Di diverso parere Capriles, che contesta i risultati. “È il governo ad essere stato sconfitto. Il più grande perdente sei tu, la gente non ti ama”, ha detto rivolgendosi direttamente a Maduro, dopo la pubblicazione dei risultati elettorali.
ATTACCO HACKER. Nella notte italiana, il profilo Twitter di Maduro è stato vittima di un attacco hacker, a firma @lulzsecperu. Il profilo, che conta oltre 700mila follower, ha iniziato a pubblicare circa sette ore fa messaggi fasulli e da allora non è ancora stato ripristinato. Attaccato anche il profilo ufficiale del Partito socialista unito del Venezuela.
CONGRATUALAZIONI DA LEADER SUDAMERICANI. A poche ore dall’annuncio del risultato elettorale, sono arrivati pronti i complimenti di numerosi leader sudamericani, da sempre allenati di Chavez. “Congratulazioni a tutto il popolo della Repubblica bolivariana del Venezuela per l’esemplare giornata civica” e “congratulazioni al suo nuovo presidente Nicolas Maduro. Memoria e gratitudine per sempre all’amico e compagno Hugo Chavez”, ha scritto su Twitter la ‘presidenta’ argentina Cristina Fernandez, congratulandosi con il candidato del Partito socialista unito del Venezuela. Anche il presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha scelto il social network. “Dalle alture dell’Amazzonia – ha scritto – congratulazioni a Nicolas Maduro, al popolo venezuelano, alla Rivoluzione bolivariana, viva la patria grande!”. Quindi ha aggiunto: “Il Venezuela non tornerà mai al passato!”. Pronto è arrivato anche il commento di Cuba, con un messaggio inviato dal presidente Raul Castro. “Caro Nicolas – si legge, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Prensa Latina – in nome del governo e del popolo di Cuba, ti faccio le congratulazioni per questo trionfo trascendentale, che dimostra la forza delle idee e l’opera del comandante Hugo Chavez”.
CABELLO: FARE AUTOCRITICA. C’è chi però, dall’interno del Paese, chiede anche di pensare al perché in così pochi mesi, dopo la larga vittoria di Chavez nelle elezioni del 7 ottobre contro lo stesso Capriles (oltre l’11%), il vantaggio tra le due fazioni si sia ridotto così tanto. È Diosdado Cabello, presidente dell’Assemblea nazionale, e altra anima forte del Psuv, identificato da molti come concorrente di Maduro nelle fila chaviste. “Questi risultati – scrive su Twitter – ci obbligano a una profonda autocritica. È contraddittorio il fatto che settori del popolo povero votino per i loro sfruttatori di sempre”. “Ringraziamento eterno – prosegue poi – per coloro che hanno seguito il Comandante, ci dispiace molto che altri si siano fatti sedurre dalla destra perversa”. Quindi una attacco a Capriles: “Hai perso un’altra volta, il popolo non ti vuole. Qui non esiste la medaglia d’argento, non sarai mai presidente di questo nobile popolo”.
CHI E’ NICOLAS MADURO. Il vincitore delle elezioni, il 50enne Maduro, è un ex autista di autobus, sindacalista, a lungo ministro degli Esteri del governo di Chavez. Fu proprio da quest’ultimo, negli ultimi mesi di vita, a designarlo come suo successore. Molto vicino a Cuba, ha tenuto una campagna elettorale rievocando in più occasioni la figura del leader bolivariano, garantendo di portare avanti la sua “rivoluzione socialista”. Giovedì ha terminato la campagna elettorale con un bagno di folla a Caracas, affiancato da Diego Armando Maradona, con cui poi ha fatto visita alla tomba di Chavez al Cuartel de la Montaña, nella capitale. Ieri, accompagnato dalla famiglia dell’ex presidente alle urne, ha detto che queste elezioni significano “amore per un causa, amore per la storia e per la patria”.