Venezuela, Maduro vota pregando per Chavez: nessun patto con borghesia

Caracas (Venezuela), 14 apr. (LaPresse) – A poco più di tre ore dalla chiusura delle urne, il presidente ad interim del Venezuela Nicolas Maduro, favorito dai sondaggi contro lo sfidante Henrique Capriles, si è recato a votare. Accompagnato dalla moglie Cilia Flores, procuratore generale della Repubblica, dai figli e dai familiari dell’ex presidente Hugo Chavez, Maduro ha salutato la folla. Queste elezioni, ha dichiarato prima di dirigersi verso le urne, significano “amore per un causa, amore per la storia e per la patria. Stiamo battendo il record di partecipazione”.

Il capo di Stato ad interim ha espresso la sua preferenza attraverso il sistema elettronico. Quindi ha inserito la ricevuta cartacea del voto nell’urna di cartone allestita presso il seggio. Non prima però di mettersi una mano sul cuore e di guardare verso il cielo, pregando brevemente per il mentore Hugo Chavez, scomparso il 5 marzo dopo una lunga battaglia contro il cancro.

“Invito tutti ad andare a votare, liberamente. Diciotto elezioni in quattordici anni, il nostro è un Paese democratico. Chi vince vince, lo ripeto qui. Abbiamo un sistema elettorale perfetto: se perdo per un voto perdo, e se vinco per un voto vinco”, ha detto il candidato del Partito socialista unito del Venezuela, in una conferenza stampa subito dopo il voto, durante cui ha parlato di economia nazionale e dialogo con le varie anime del Paese. Il dialogo con l’opposizione “è sempre esistito”, ha affermato Maduro, promettendo un confronto con tutti, dalla classe operaia, agli studenti, dagli insegnanti agli artisti, alla chiesa, ma poi ha specificato: “Non ci saranno patti con la borghesia”.

Poi, a domanda precisa, si è soffermato sul rapporto con gli Usa. “Ho molte informazioni sulle relazioni con gli Stati Uniti”, ha detto Maduro, che è stato ministro degli Esteri per diversi anni sotto il governo Chavez. “Se loro sono pronti a regolarizzare le relazioni con il Venezuela, sulla base del rispetto e dell’uguaglianza – ha aggiunto – noi siamo pronti”, ma “non accetteremo che venga umiliata la sovranità di questo Paese da parte di nessun impero”.