Siria, razzi nella notte su distretto Damasco: 5 vittime

Beirut (Libano), 5 apr. (LaPresse/AP) – Una serie di razzi ha colpito il distretto di Barzeh, area residenziale nella zona nord di Damasco, uccidendo almeno cinque persone. Lo riferiscono gli attivisti del media center locale e un sito web di militanti, secondo cui l’esercito avrebbe sparato 14 razzi tra ieri sera e questa mattina. L’Osservatorio siriano per i diritti umani conferma la notizia del lancio di razzi e la morte di alcune persone, ma spiega che la natura dell’attacco e il numero di vittime non sono chiari.

L’attacco fa seguito a giorni di intensi scontri tra ribelli ed esercito nell’area. I combattenti dell’opposizione hanno stabilito dei punti di forza nei distretti alle porte di Damasco e nei sobborghi a nordest e nel sud, da cui sparano spesso colpi di mortaio. Secondo gli attivisti locali, tra le vittime degli ultimi attacchi ci sono anche donne, anziani e bambini. Barzeh si trova vicino a Esh el-Wirwar, sobborgo di Damasco abitato prevalentemente da alawiti e volontari dell’esercito. Spesso i ribelli prendono di mira l’area con colpi di mortaio. “L’impatto dei razzi è stato enorme. Alcune case sono crollate, mentre altre hanno preso fuoco”, racconta un attivista locale, rimasto anonimo. Video amatoriali pubblicati online dagli attivisti mostrano le macerie delle case bruciate. In altri si vedono uomini muniti di torcia elettrica provare a estrarre i sopravvissuti dalle macerie.

Intanto, non si fermano le violenze in altre aree della Siria. Scontri si sono registrati nella provincia di Daraa, vicino al confine con la Giordania. Proprio il governo di Amman, come rivelato ieri un ufficiale di sicurezza, ha rafforzato i controlli di sicurezza lungo il confine di 370 chilometri con la Siria, raddoppiando il numero di soldati dispiegati negli ultimi due giorni. Sempre ieri il governo di Damasco aveva puntato il dito contro l’aiuto che la Giordania starebbe dando ai ribelli, anche con campi di addestramento sul suo territorio. “La Siria – ha però commentato il ministro dell’Informazione giordano, Sameeh Maaytah, cercando di allentare le tensioni – deve capire che la Giordania non vuole intromettersi negli affari interni addestrando forze ribelli o aiutando a fornire loro le armi, ma deve proteggere i suoi interessi, la terra, il confine e il popolo”. Amman, ha aggiunto, “non può aspettare e guardare che al-Qaeda e altri militanti prendono il controllo del confine comune. Dobbiamo prendere misure preventive per arrivare a uno stato di equilibrio nella struttura di sicurezza al confine”.