L’Aia (Olanda), 18 mar. (LaPresse/AP) – La Corte penale internazionale dovrebbe lasciar cadere per mancanza di prove le accuse contro il presidente eletto del Kenya, Uhuru Kenyatta, sospettato di avere organizzato le violenze postelettorali del 2007 e 2008. Lo ha dichiarato di fronte ai giudici della Corte uno degli avvocati di Kenyatta, Steven Kay, dopo l’archiviazione del caso contro Francis Muthaura, segretario di Gabinetto del Paese africano, sospettato di essere complice di Kenyatta, oggi non presente in aula all’Aia.
I sospetti contro Muthaura sono caduti dopo che un testimone identificato come OTP 4 è stato screditato dopo l’ammissione di aver mentito. “Ciò che è stato ritirato contro Muthaura dovrebbe essere ritirato anche contro Kenyatta”, ha detto Kay, spiegando che le affermazioni di OTP 4 hanno una certa rilevanza nelle accuse contro il presidente eletto, e che senza di esse il caso contro il suo cliente si basa solo su testimonianze per sentito dire di due persone. L’inizio del processo contro Kenyatta è previsto per luglio, ma Kay ha chiesto ai giudici di rimandare il caso alle analisi preliminari, per accertare l’attendibilità delle accuse alla luce della decisione su Muthaura.
I procuratori sostengono comunque di avere prove a sufficienza per portare avanti il caso, anche se Kenyatta è accusato come “corresponsabile indiretto” nelle violenze. Il presidente eletto, che nega ogni accusa, è sospettato di crimini contro l’umanità fra cui omicidio, stupro e deportazione, per aver organizzato gli attacchi contro i suoi oppositori politici dopo il voto del 2007. Gli scontri, durati diverse settimane, causarono la morte di oltre mille persone e lo sfollamento di altre migliaia.
Nel frattempo Raila Odinga, principale avversario di Kenyatta alle elezioni del 4 marzo, attende la decisione della Corte suprema del Kenya dopo il ricorso presentato contro il risultato delle elezioni, da lui definite né libere né eque. Kenyatta è stato dichiarato vincitore con il 50,07% delle preferenze, risultato che gli ha permesso di evitare il ballottaggio per appena ottomila voti.