Nairobi (Kenya), 4 mar. (LaPresse/AP) – È di almeno 14 morti il bilancio dei numerosi attentati e aggressioni che si stanno susseguendo in Kenya, dove si vota oggi per le elezioni presidenziali. La tensione nel Paese è alta e i timori di attacchi sono diffusi visto che negli scontri post elettorali scoppiati dopo il voto del 2007 morirono oltre mille persone. I seggi chiuderanno alle 15 ora italiana. I candidati alla presidenza sono otto, ma la sfida vera è tra due politici: il vice primo ministro Uhuru Kenyatta e il premier Raila Odinga.

Il primo attacco è avvenuto intorno alle 2 di notte a Mombasa, dove circa 200 membri del gruppo secessionista Mombasa Republican Council (Mrc) armati di pistole, machete e archi con frecce hanno teso un agguato alla polizia. In questa aggressione sono morti cinque agenti e un assalitore. Successivamente un secondo attacco con vittime dell’Mrc si è verificato a nord di Mombasa, a Kilifi. Qui sono morti un poliziotto e cinque aggressori. Prima dell’apertura delle urne inoltre, nella tarda serata di ieri, si era verificato un attentato nella città di Garissa, il cui obiettivo sembra fosse un candidato al Parlamento. Il politico è rimasto illeso e le vittime sono un paramedico della Croce rossa e un autista. A seguito dei nuovi episodi di violenza sono stati inviati altri 400 agenti di polizia a Mombasa per innalzare il livello di sicurezza.

Il presidente della Commissione elettorale indipendente, Ahmed Issack Hassan, ha invitato gli elettori a non lasciarsi intimidire dalle violenze e ha lanciato un appello agli addetti affinché assicurino che i cittadini non debbano aspettare in fila per ore per poter votare. Lunghe code si sono già create infatti sin dalle prime ore del mattino e le operazioni di voto sembrano rallentate dalla nuova tecnologia del riconoscimento anti frode delle impronte digitali, introdotta per evitare le accuse di brogli che hanno portato agli scontri post elettorali fra 2007 e 2008. L’invito, ha spiegato Hassan, è mirato a evitare situazioni di tensione fra gli elettori e che i cittadini vadano via senza aver votato.

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