Beirut (Libano), 1 mar. (LaPresse/AP) – “Non vogliamo cibo o bevande, e non vogliamo bende. Quando siamo feriti desideriamo morire. L’unica cosa che vogliamo sono le armi”. Lo ha detto il generale Salim Idris, capo di stato maggiore del Consiglio militare supremo ribelle della Siria, intervistato telefonicamente da Associated Press. Il modesto pacchetto di aiuti proposto dall’amministrazione Obama, afferma Idris, non aiuterà i ribelli a battere le forze del presidente siriano Bashar Assad, che godono della superiorità aerea. Ieri gli Usa hanno annunciato che forniranno, per la prima volta, aiuti non letali direttamente ai ribelli, e che stanzieranno 60 milioni di dollari destinati all’opposizione politica.
La decisione dei Paesi occidentali di non fornire armi ai ribelli, sostiene tuttavia Idris, non farà altro che prolungare la guerra che in Siria ha ucciso già 70mila persone. “Abbiamo bisogno di missili anti-carro e anti-aereo per fermare il regime criminale e omicida di Assad che sta distruggendo il popolo siriano”, ha affermato ancora Idris, aggiungendo: “Il mondo intero sa di cosa abbiamo bisogno, e ancora guarda il popolo siriano mentre viene sterminato”. Idris, 55 anni, ex insegnante di elettronica al collegio militare siriano, ha quindi negato le notizie dei media secondi cui i ribelli avrebbero di recente ricevuto rifornimenti di armi, e ha sottolineato che le truppe di opposizione stanno soffrendo a causa delle carenze di armi e munizioni.