Ramallah (Cisgiordania), 24 feb. (LaPresse/AP) – Tensione nei territori palestinesi dopo la morte di Arafat Jaradat, 30enne arrestato lunedì e morto ieri in un carcere israeliano. Le autorità di Tel Aviv dichiarano che l’uomo è morto per attacco cardiaco, ma la famiglia accusa l’agenzia di intelligence Shin Bet di averlo sottoposto ad abusi durante gli interrogatori. Oggi, in diversi luoghi, manifestanti palestinesi hanno protestato e si sono scontrati con l’esercito israeliano. Due dimostranti, tra cui un ragazzino di 15 anni, sono rimasti feriti da proiettili veri. Inoltre, migliaia di detenuti palestinesi nelle carceri israeliane hanno intrapreso uno sciopero della fame per un giorno, a ricordo di Jaradat.
SCONTRI A HEBRON. Violenti scontri si sono avuti a Hebron, in Cisgiordania, dove decine di palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza israeliane che hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili rivestiti di gomma. Sassaiole contro i militari si sono verificate anche vicino al villaggio di Saeer, di cui era originario Jaradat. La sua morte rischia di alimentare ulteriormente le tensioni, mentre quattro palestinesi sono da mesi in sciopero della fame in cella e le condizioni di uno di loro, Samer Issawi, stanno sempre più peggiorando. Sulla vicenda l’Autorità nazionale palestinese e il gruppo israeliano B’Tselem hanno chiesto un’indagine internazionale.
IL CASO JARADAT. Il 30enne era stato arrestato lunedì scorso, dopo che gli abitanti del villaggio di Saeer in Cisgiordania hanno denunciato la sua partecipazione a un lancio di sassi in cui un israeliano era rimasto ferito. L’uomo, benzinaio, padre di una bambina di 4 anni e di un bambino di 2, e in attesa di un altro figlio dalla moglie Dalal, ha ammesso la propria responsabilità. Ma, come riferisce il suo avvocato Kamil Sabbagh, giovedì, durante un’udienza, ha lamentato maltrattamenti da parte degli ufficiali carcerari. Il giudice ha ordinato che l’uomo venisse esaminato da un medico della prigione. Secondo fonti carcerarie israeliane, durante gli interrogatori i medici lo hanno visitato più volte e sempre trovato in salute, ma il 30enne si è sentito male dopo aver pranzato nella sua cella. Una portavoce ha inoltre smentito che sia stato picchiato o abbia subito maltrattamenti che possano aver danneggiato la sua salute. Una autopsia sul suo corpo sarà eseguita alla presenza di un medico palestinese.
LE DETENZIONI AMMINISTRATIVE. Nelle prigioni di Israele sono rinchiusi 4.600 palestinesi, per accuse di vario genere, che vanno dal lancio di sassi alla partecipazione ad attentati. Di questi, 159 sono in custodia senza alcuna accusa formale o processo, secondo la cosiddetta detenzione amministrativa.