Usa, perdita da sito nucleare Hanford, per autorità no rischi immediati

Yamika (Washington, Usa), 22 feb. (LaPresse/AP) – Una perdita di scorie radioattive e tossiche è in corso dai serbatoi sotterranei del sito nucleare di Hanford negli Stati Uniti ma, rassicurano le autorità, non ci sono rischi immediati per la pubblica sicurezza, la salute e l’ambiente. Ad annunciarlo è stato il governatore dello Stato di Washington, Jay Inslee, e anche la portavoce del dipartimento americano dell’Energia, Lindsey Geisler, ha garantito che non ci sono rischi imminenti. Ci vorranno forse degli anni, infatti, perché i liquidi filtrati raggiungano l’acqua nel sottosuolo. La perdita solleva tuttavia forti preoccupazioni considerando che l’impianto, in via di smantellamento, è uno dei più contaminati del Paese, e il governatore ha garantito che l’amministrazione imporrà una politica della ‘tolleranza zero’ pretendendo che venga portata a termine una pulitura completa.

LA PERDITA DA SEI SERBATOI. La perdita è stata registrata in sei cisterne sotterranee del sito, costruito oltre 50 anni fa per scopi militari e ora in via di smantellamento. La scorsa settimana le autorità dello Stato di Washington avevano annunciato che era stata registrata una perdita da uno solo dei 177 serbatoi sotterranei, perdita quantificata tra 150 e 300 galloni all’anno (cioè fra 567 e 1130 litri all’anno), ponendo un rischio per fiumi e falde acquifere sotterranee. Questa settimana il governatore dello Stato di Washington, Inslee, si è recato nella città di Washington per discutere del problema con le autorità federali ed è a questo incontro che ha appreso che la perdita riguardava sei cisterne. “Abbiamo ricevuto notizie molto allarmanti”, ha detto. “Penso che avremo un nuovo corso di azione e che i nuovi provvedimenti saranno portati avanti con vigore nelle prossime settimane”, ha aggiunto. Finora il monitoraggio dei pozzi vicini non ha portato a riscontrare un livello di radioattività più alto del normale.

FORSE ERRORE UMANO. Stando a quanto ha riferito lo stesso Inslee, potrebbe essersi trattato di un errore umano, ma non è chiaro precisamente a che livello. “Forse c’è stato un errore umano ma questa non è la cosa più importante al momento, adesso l’importante è trovare le falle e sistemarle”, ha detto il governatore, spiegando che non ci si è resi conto del calo del livello delle scorie nei sei serbatoi perché le rilevazioni sono state fatte su una base ristretta. “È come se si provasse a determinare il cambiamento climatico in corso guardando solo ai dati di oggi’, ha spiegato. Il governatore ha poi assicurato che continuerà a insistere perché il dipartimento dell’Energia si occupi di garantire la completa pulitura del sito. Anche il senatore Ron Wyden, nuovo presidente della Commissione energia e risorse naturali del Senato, ha annunciato tramite il suo portavoce che chiederà al Government accountability office di indagare sul caso Hanford e sul programma di manutenzione delle cisterne.

TIMORI PER ALTRI SERBATOI, HANNO TUTTI OLTRE 20 ANNI. La vicenda fa sorgere timori anche per gli altri contenitori, visto che tutti i serbatoi hanno superato i 20 anni di vita previsti, anche se si ritiene che siano stati stabilizzati nel 2005. Lo svuotamento, inoltre, doveva essere già terminato da tempo. “Oggi non sarebbe accettabile l’uso di nessuna di queste cisterne, ma ancora detengono i due terzi delle scorie nucleari ad alto livello radioattivo di tutto il Paese”, ha detto Tom Carpenter del gruppo Hanford Challenge, che si occupa del monitoraggio del campo nucleare.

TOLLERANZA ZERO. Il governatore dello Stato di Washington ha promesso una politica di “tolleranza zero”, queste le sue parole, per evitare che i rifiuti radioattivi contaminino il sottosuolo. Inoltre, visti i ritardi che hanno caratterizzato le operazioni di svuotamento a Hanford, ha detto che il governo dovrà mostrare di avere nel frattempo gli spazi adeguati per lo stoccaggio delle scorie. “Non siamo convinti di questo”, ha affermato, annunciando che “nelle prossime settimane ci sarà un consistente scambio di informazioni per venire a capo di questo”.

L’IMPEGNO DEL GOVERNO E I RITARDI. Il governo federale ha già speso circa 2 miliardi di dollari all’anno per lo smantellamento di Hanford, cioè un terzo dell’intero budget stanziato per la pulizia dei siti nucleari a livello nazionale. Il dipartimento americano dell’Energia ha fatto sapere che prevede che i finanziamenti rimarranno gli stessi anche nel futuro prossimo, ma un report dello stesso dipartimento diffuso questa settimana mostrava anche stanziamenti da 3,5 miliardi di dollari per alcuni anni. La maggior parte del denaro è destinato alla costruzione di uno stabilimento per convertire le scorie sotterranee tramite il processo della vitrificazione, che garantisce uno stoccaggio sicuro. Secondo le ultime stime lo stabilmento dovrebbe costare 12,3 miliardi di dollari ma la cifra ha già superato le iniziali previsioni di spesa e la realizzazione è indietro rispetto alla tabella di marcia, tanto che si prevede che possa essere operativo non prima del 2019.

HANFORD COSTRUITO PER II GUERRA MONDIALE. L’impianto di Hanford fu costruito dal governo federale durante la seconda guerra mondiale nell’ambito del progetto Manhattan per la realizzazione della bomba atomica. Nel sito è stato prodotto il plutonio usato per la bomba sganciata su Nagasaki, in Giappone, e per anni l’impianto ha continuato a sostenere l’arsenale nucleare del Paese. Oggi Hanford è il sito nucleare più contaminato degli Stati Uniti.

NELL’IMPIANTO 53 MILIONI DI GALLONI DI SCORIE. I serbatoi di Hanford contengono circa 53 milioni di galloni di scorie altamente radioattive, abbastanza da riempire decine di piscine olimpioniche, e da molti di questi recipienti sono state registrate perdite in passato per un totale di circa un milione di galloni.